L’ex boss di Cosa Nostra Giovanni Brusca in libertà: “Un’offesa per le vittime”

Giovanni Brusca, l’attentatore della strage di Capaci, è tornato in libertà. Stando a quanto riporta L’Espresso, l’ex boss di Cosa Nostra ha lasciato il carcere di Rebibbia nel primo pomeriggio di martedì 31 maggio dopo aver scontato per intero la condanna a 25 anni di reclusione. Nella corso della sua vita, “u verru” – soprannome con cui era noto negli ambienti malavitosi – ha commesso più di 100 omicidi tra cui quello del piccolo Giuseppe di Matteo, strangolato e poi sciolto nell’acido. “Non è questa la giustizia che gli italiani meritano”, ha commentato la notizia il leader della Lega Matteo Salvini. “Inaccettabile che un personaggio del genere sia in libertà”, ha aggiungnto il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Figlio del boss Bernardo Brusca, e fratello di Emanuele ed Enzo Salvatore, della Famiglia di San Giuseppe Jato, all’età di 19 anni entrò a far parte della cosca dei Corleonesi capeggiati da Totò Riina. Nel 1977 partecipò all’omicidio del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo. Nel 1983 si occupò di preparare, insieme ad Antonino Madonia, l’autobombautilizzata per uccidere il giudice Rocco Chinnici e gli agenti di scorta. Quando nel 1992 i Corleonesi iniziarono a fare la guerra contro lo Stato, Brusca divenne uno dei killer di spicco della cosca. Assassinò il capo della Famiglia di Alcamo, Vincenzo Milazzo e, pochi giorni, ordinò lo strangolamento anche della compagna di Milazzo, Antonella Bonomo, che era incinta di tre mesi. Brusca diresse la fase esecutiva della strage di Capaci, occupandosi sia del reperimento dell’esplosivo fino alla deflagrazione dell’ordigno che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo. Fu lui ad azionare il telecomando che provocò l’esplosione di una bomba contenente circa mille chili di tritolo nel cunicolo sotto la superficie dell’autostrada per Capaci.

Giovanni Brusca è stato anche l’assassino Giuseppe Di Matteo, figlio 13enne del pentito Santino Di Matteo. Per vendicare “il tradimento”, con la collaborazione di altri criminali, sequestrò il ragazzo nei pressi di un maneggio e, per i due anni successivi, lo spostò continuamente in vari nascondigli. I tentativi di Cosa Nostra di convincere il padre a ritrattare le sue confessioni fallirono così Brusca decise eliminare il piccolo Di Matteo, facendolo prima strangolare e poi sciogliere nell’acido.

Fu incarcerato in via definitiva nel maggio del 1996 dopo aver commesso numerose stragi e omicidi. Divenuto collaboratore di Giustizia, qualche anno fa, ha ottenuto l’autorizzazione dei giudici del tribunale di sorveglianza di Roma, grazie alla “buona condotta”, di godere permessi premio di qualche giorno. Adesso per lui è arrivato il fine pena grazie ad un ultimo abbuono di 45 giorni di liberazione anticipata, deciso dal tribunale di sorveglianza di Roma e recepito dai giudici di Milano.

“Se sapessi a chi chiederlo farei una sola domanda. Perché pochi giorni dopo il 23 maggio? Perché le più alte cariche dello Stato sono venute a Palermo a commemorare Giovanni Falcone, mio marito, se poi la scelta già si sapeva che era questa”, ha commentato ai microfoni di LaPresse Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, capo dello scorta di Giovanni Falcone che fu ucciso nella strage di Capaci. “”Sento dire che ha dato un grande contributo ma vorrei sapere quale perché non è che sappiamo ancora in effetti chi ha voluto la strage di Capaci”, ha concluso.

“Autore della strage di Capaci, assassino fra gli altri del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell’acido perché figlio di un pentito. Dopo 25 anni di carcere, il boss mafioso Giovanni Brusca torna libero. Non è questa la “giustizia” che gli Italiani si meritano”, ha commentato a caldo il leader della Lega Matteo Salvini.

Anche l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà (Lega), ha commentato con sgomentano la scarcerazione dell’ex boss di Cosa Nostra. “Mi domando che Paese è – dice Samonà – quello in cui un feroce assassino, ancor di più collaboratore di giustizia, può uscire dal carcere, nonostante si sia macchiato di orrendi omicidi. Non è questa la giustizia che vogliamo”.

“Il boss di Cosa Nostra Giovanni Brusca, lo ‘scannacristianì che ha ‘commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti, ha fatto saltare in aria il giudice Falcone e la sua scorta e ha ordinato di strangolare e sciogliere nell’acido il piccolo Di Matteo, è tornato libero. E’ una notizia che lascia senza fiato e fa venire i brividi”, dice Giorgia Meloni. Poi aggiunge: “L’idea che un personaggio del genere sia di nuovo in libertà è inaccettabile, è un affronto per le vittime, per i caduti contro la mafia e per tutti i servitori dello Stato che ogni giorno sono in prima linea contro la criminalità organizzata. 25 anni di carcere sono troppo pochi per quello che ha fatto. E’ una sconfitta per tutti, una vergogna per l’Italia intera”.

“Giovanni Brusca Assassino. Oggi torna libero. Le anime delle sue vittime e le loro famiglie si consolino sapendo che i limiti delle leggi umane saranno compensati dall’inesorabile e ferma giustizia divina”. Così in un tweet il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Francesco Lollobrigida dopo la notizia della scarcerazione per fine pena di Giovanni.

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