Letta spalle al muro, l’ala garantita dei Dem lo contesta: “Un errore non sostenere i referendum”

L’ala garantista del Pd si agita. Ora che la Consulta ha ammesso cinque quesiti in tema di Giustizia, una parte del partito di Letta sta facendo pressing  affinché i referendum  vengano sostenuti. Enrico Letta si era espresso diversamente. Per il segretario dem la via privilegiata e da lui preferita per intervenire sulla materia è e rimane  il Parlamento: lo ha dichiarato a più riprese, dettando, in tal senso, la linea.  Ora, secondo il retroscena del Giornale, ci sarebbe una cambio di schema: alcuni parlamentari sarebbero “in agitazione”, recalcitranti alla linea imposta dal segretario.

“Il vento garantista sembra spirare tra i deputati ed i senatori che preferiscono la battaglia alle direttive verticistiche”, scrive il quotidiano. “Un errore non sostenere i quesiti referendari”, dicono. A infoltire le fila di questa  “fronda” anti-Letta c’è l’onorevole Enza Bruno Bossio, che al quotidiano diretto da Minzolini, dichiara: «Condivido nel merito i contenuti di ogni singolo quesito referendario», ha dichiarato, bocciando l’impostazione sulla Giustizia del M5S:  «Il successo di questi referendum può rappresentare un sostegno ad una impostazione garantista. L’auspicio è che questo orientamento sia prevalente contro ogni ambiguità, ancora oggi presente; ereditata dal progetto di riforma Bonafede».

Tommaso Cerno è cautao ma chiaro: «il popolo è sovran, se vota si ascolta». C’è addirittura che si pente di essere stato troppo ligio alla disciplina di partito sui referendum: è il senatore demSalvatore Margiotta «Non ho firmato – spiega, in quanto confidava che sui quesiti ammessi dalla consulta si sarebbe occupato il Parlamento. “Non è stato così – dice-  sicché intendo dare il mio contributo”. L’onorevole Luciano Pizzettiricorda di  aver firmato due volte: «Responsabilità civile e separazione delle carriere».

Ma i numeri all’interno del Pd di coloro che sono favorevoli ad appoggiare i referendum potrebbero essere molti di più. Scommette sulla possibilità di allargare “il campo”  dei favorevoli  il senatore Luciano D’Alfonso: «I parlamentari che sostengono i quesiti sono molti  e crescono ogni giorno. In Abruzzo abbiamo anche fondato un’associazione 358 dall’omologo articolo del Codice di Procedura Penale». Si aggiungono due parlamentari di peso: Gianni Pittella che racconta di avere firmato per cinque quesiti su sei. E  Andrea Marcucci che ha commentato  l’ammissione dei primi quattro quesiti una «bellas veglia » per le Camere.

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