Letta disperato in una piazza con più sedie che partecipanti si appella alla Costituzione antifascista e a Berlinguer

Lo show lo ha fatto il solito Vincenzo De Luca. A base di insulti. Per consolare quelli del Pd che erano di meno del popolo di centrodestra che giovedì affollava quella stessa Piazza del Popolo, ha detto: “Ieri in questa piazza c’è stato un evento strano, metà psichedelico e metà sagra burina”. E ancora: “C’era un esemplare politico allevato nelle praterie padane; un fresco sposo di 86 anni, un po’ molle, barzotto. Poi è apparsa una figura vestita di bianco, da prima comunione, con un giglio in mano, una immagine incantevole. Ma è bastato che cominciasse a parlare perché l’incanto svanisse e apparisse a sora Cecioni, a sora Gina“. Una gag, che forse ha strappato qualche risata. Soprattutto quando De Luca se l’è presa con lo stesso Letta: “Non offriamo un segretario scoppiettante e pirotecnico…vabbè, questo non ce l’ha”.

Per il resto cupezza e rassegnazione, mentre sul palco si alternavano gli esponenti del Pd a ripetere (ciascuno con due minuti a disposizione) gli stanchi luoghi comuni che hanno accompagnato questa campagna elettorale.

Michele Emiliano: la Costituzione antifascista la destra non la può vedere perché si ricordano delle loro origini. Simona Malpezzi: la destra vuole ricacciare in casa le donne.  Alessandro Zan: a destra ciascuno ha tre famiglie, come mai parlano ancora di famiglia? Cecilia D’Elia: votiamo per tutti i colori dell’amore. Loirenzo Guerini: Meloni guarda all’Ungheria. Dario Franceschini: Meloni non andrà mai in piazza il 25 aprile. Zero politica, zero proposte.

Poi si suona Bella ciao. Note talmente scontate che la piazza non si scalda. Quindi arriva Andrea Orlando. Il ministro del Lavoro parla però di aborto: le donne non dovranno ascoltare il battito del feto come in Ungheria. Un crescendo in cui si inserisce Elly Schlein: sono una donna, amo un’altra donna, non sono una madre ma non per questo sono meno donna. Ma è un Pride o un comizio del Pd? E non può mancare Roberto Speranza che rilancia la campagna vaccinale.

Infine Enrico Letta, introdotto dalle note di Live is Life. La vita è vita. Originalissimo. La piazza scandisce: En-ri-co En-ri-co. E lui evoca Berlinguer. Applausi. Quindi fa un po’ il riassunto di tutti i tweet che ha postato durante questa campagna elettorale. Mancano gli occhi di tigre e il “Viva le devianze”. Peccato, sono stati veri capolavori.

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