“Le somiglio ma non sono io”, la moglie di Grillo nega se stessa: la scena incredibile lascia perplessi (Video)

«Le somiglio ma non sono io», la moglie di Grillo si nega a Giletti: la scena surreale lascia di stucco. Dopo che con le sue dichiarazioni sul caso ha soffiato sul fuoco delle polemiche alimentate dal video del marito Beppe, la signora Grillo, al secolo Parvin Tadjk, si chiude nel silenzio. Anzi, di più: all’inviato di Non è l’ArenaCarlo Marsili, mandato da Giletti a registrare nuove reazioni ed eventuali commenti sulla vicenda giudiziaria che coinvolge il figlio Ciro, indagato per stupro dalla Procura di Tempio Pausania, la donna non si limita a opporre un ostentato silenzio alle domande del giornalista. Ma, addirittura, nega di essere lei. «Sta sbagliando persona», prova a dire al cronista che la pedina con telecamera e microfono. «Non so di chi parla. Le somiglio, ma non sono io»…

Una reazione a dir poco surreale, quella di Parvin Tadjk, che nel beffardo tentativo di depistare il giornalista, lascia a bocca aperta prima l’inviato de La7, poi gli spettatori increduli nell’assistere a quella messa in scena improvvisata. «Le somiglio ma non sono io», ripete diverse volte la signora Grillo, che dopo il clamore delle esternazioni rilasciate nei giorni dell’uscita del video postato dal celebre marito, evidentemente ha scelto la strategia del silenzio. Busta della spesa ai polsi e sguardo occultato dietro un paio di occhiali da sole, la madre di Ciro Grillo si mostra in evidente difficoltà (e non certo per il peso delle provviste)…Il siparietto mandato in onda da Giletti rivela, impietosamente, tutto l’imbarazzo della donna. Della madre, catapultata al centro di una vicenda giudiziaria drammaticamente grave.

Anzi: doppiamente grave: per le ripercussioni penali che investono il figlio. E per le deflagrazioni della bomba mediatica che gravano socio-politicamente sul marito, fondatore e padre nobile del M5s. Ciro e tre suoi amici sono stati accusati da una 19enne italo-svedese di averla violentata nel luglio 2019 dopo una serata passata in discoteca al Billionaire. E conclusasi nella villetta di famiglia a Porto Cervo. Parvin Tadjk quella notte c’era, dormiva nelle vicinanze. E agli inquirenti ha ripetuto di non essersi accorta di nulla. Ma se dal punto di vista processuale la sua testimonianza potrà dire e aggiungere poco, la signora Grillo, dal punto di vista mediatico, purtroppo per lei non riesce a defilarsi. Non del tutto, almeno, come dimostrato dal giornalista de La7. E Nemmeno facendo scena muta.

Nel frattempo, poi, la Procura di Tempio Pausania, guidata dal Procuratore Gregorio Capasso, ha depositato il nuovo avviso di conclusione indagini per l’inchiesta sulla violenza sessuale di gruppo che vede indagati quattro giovani, tra cui Ciro Grillo, il figlio del garante del M5S. Ad accusarli, nel luglio del 2019, una studentessa italo-norvegese di 19 anni in vacanza in Costa Smeralda. Rimangono le accuse di violenza sessuale di gruppo, mentre è stato modificato, come anticipato nei giorni scorsi dall’Adnkronos, uno dei capi di imputazione.

I pm, in particolare, hanno riformulato uno dei vecchi capi di imputazione che riguarda il secondo episodio: cioè quello della fotografia fatta da tre ragazzi con i genitali appoggiati sul volto della seconda ragazza che dormiva. I magistrati hanno anche depositato gli interrogatori dei quattro indagati, Ciro Grillo, Edoardo Capetta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, resi nelle scorse settimane su richiesta delle difese. A questo punto, si attende la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione della Procura nei confronti di quattro indagati. Che sa, chi ha fatto cosa, in quella calda notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019, nella villa in Costa Smeralda di Beppe Grillo. Sono tutti accusati di violenza sessuale.

ià lo scorso 20 novembre la Procura aveva chiuso le indagini, depositando un avviso ai legali degli indagati ma anche delle parti offese. E nel frattempo ci sono stati i nuovi interrogatori dei quattro giovani, che sono stati sentiti su loro stessa richiesta. Così, dopo avere sentito le versioni dei quattro indagati il procuratore capo Gregorio Capasso e la pm Laura Bassani, che coordinano l’inchiesta, hanno deciso di riformulare uno dei due vecchi capi di imputazione e hanno notificato di nuovo alle parti le conclusioni. Il capo di imputazione modificato riguarda il secondo degli episodi contestati, e cioè la violenza sessuale di gruppo di cui sono accusati tre degli inquisiti: Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta.

I tre sono accusati di avere scattato delle fotografie con i loro genitali appoggiati sul viso della seconda ragazza, R.M. che si trovava quella notte in quella stessa villa al Pevero. A questo punto, il prossimo passo della Procura di Tempio sarà quello di chiedere il rinvio a giudizio, o l’archiviazione dei quattro indagati. Ma come si apprende, l’intenzione sarebbe quella di chiedere il processo per i giovani. Che hanno sempre respinto ogni accusa, parlando di rapporti “consenzienti” con la ragazza italo-norvegese. Di cui, proprio ieri, è uscito il verbale di denuncia: la sua agghiacciante descrizione di quanto accaduto quella notte.

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