Le rivelazioni di un “anonimo” capo di gabinetto: il governo ci chiuderà tutti in casa a metà gennaio

“Il piano è riaprire tutto all’Immacolata, garantire lo shopping, le sciate, qualche mare esotico, i cenoni e le feste di Natale con severe prescrizioni, ben sapendo che non saranno rispettate. Così nella seconda metà di gennaio il governo potrà richiudere“. A rivelarlo, in un’intervista a Libero, è l’anonimo capo di gabinetto che ha scritto il libro “Io sono il potere”.

Il quadro della gestione del Covid fornito dall’anonimo funzionario è devastante: “Mi piacerebbe raccontare la gestione del Covid nei palazzi. Una gestione che ha portato al collasso tanti modelli, tanti schemi e persino tanti di noi, compresi alcuni gabinettisti di lungo corso. Forse era dai tempi del generale Badoglio che non si viveva un periodo così incerto per l’esercizio del potere”.

Indice puntato contro le leggerezze che il governo ha commesso: “Ai primi di agosto era tutto chiaro – racconta – Il sistema di tracciamento stava già saltando, un terzo dei focolai sfuggiva. Bastava leggere i report scientifici e sanitari. Quelli veri che circolano al ministero, non quelli per le conferenze stampa. Ma le Regioni non si sono fatte problemi a consentire l’apertura delle discoteche. E il governo, che poche settimane prima aveva bloccato un’innocua ordinanza della Calabria sui tavolini dei bar all’aperto, si è ben guardato dall’impugnare le ordinanze sulle discoteche, che il Tar del Lazio avrebbe sospeso nel giro di poche ore. Salvo intervenire sui contagi di ritorno da Spagna e Grecia poco prima di Ferragosto, e sulle discoteche subito dopo. Quando il danno era fatto”.

L’anonimo capo di gabinetto dipinge un presidente del Consiglio debole e irritato dal calo dei consensi. A cosa è dovuto il calo di fiducia dehli italiani? “All’incertezza, che ha sfibrato e irritato i cittadini. Alla stanchezza. Alla preoccupazione. Alla solitudine. All’aver coltivato eccessivamente il proprio ego, in modi che ora appaiono inappropriati e con manifestazioni evanescenti, se non pittoresche, come gli Stati Generali a villa Pamphilj”.

Parole dure anche sul Comitato tecnico-scientifico: “Il Cts, peraltro, non è un monolite. È un consesso di accademici e primedonne della sanità romana, con un certo numero di grand commis ministeriali. Certi giorni potrebbe essere una serie tv di Netflix, certi altri un remake di Brancaleone alle Crociate”.

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