
Un’inchiesta de Le Iene, andata in onda nella puntata del 13 maggio su Italia 1, ha svelato un sistema controverso nel calcio professionistico, coinvolgendo Salvatore Bagni, ex giocatore di Napoli e Inter, ora talent scout. Luca Sgarbi, fingendosi fratello di un giovane calciatore, ha indagato sull’accesso alle squadre professionistiche.
Contattando Bagni, la conversazione si è subito spostata dal talento a questioni economiche: favori, conoscenze e promesse di un posto da titolare. Bagni ha chiarito che la sua agenzia, gestita con il figlio, investe solo sui talenti scelti direttamente, mentre per i giocatori proposti da altri chiede pagamenti, con cifre a partire da 30.000 euro, spesso in contanti o tramite sponsorizzazioni per “regali legali”. Ha ammesso di aver inserito 13 ragazzi nei settori giovanili professionistici, vantando una rete di contatti con club come la Vis Pesaro in Serie C, dove un direttore sportivo sarebbe complice.
Nessuna valutazione tecnica è stata richiesta: né video, né partite, solo disponibilità finanziaria. L’inviato ha messo in luce come questo sistema penalizzi chi non può pagare, con Bagni che ha difeso il meccanismo, sostenendo che “se il sogno è giocare in un settore giovanile, il pagamento è necessario”. L’inchiesta, denuncia un sistema in cui il merito sembra secondario, sollevando interrogativi su pratiche opache nel calcio giovanile italiano e suggerendo che ulteriori rivelazioni potrebbero emergere.