Le chiacchiere stanno a zero. Alberto Zangrillo prende a sberle gli allarmisti sul coronavirus: “Nessuno è ancora riuscito a contraddirmi”

I negazionisti  del Covid si sono ritrovati in un convegno, dal titolo “Covid-19 in Italia, tra informazione, scienza e diritto”, nella biblioteca del Senato per tentare di convincere il premier Giuseppe Conte a non prorogare lo stato di emergenza fino al 31 ottobre.

Tra i partecipanti al meeting organizzato dal senatore della Lega Armando Siri e dal senatore (Misto) Vittorio Sgarbi c’era tra  gli altri anche Andrea Bocelli che ha lanciato un accorato appello per riaprire le scuole. ‘Non posso pensare a ragazzi separati da plexiglass e nascosti da mascherina”.

Alberto Zangrillo nel suo intervento ha stigmatizzato la “polarizzazione tra la divergenza di vedute fra addetti ai lavori, che in questa vicenda sono prevalentemente medici, ma anche tanti biologi, statistici, qualche veterinario e qualche epidemiologo. L’importante è che tutti coloro che parlano posseggano l’argomento.

E possedere l’argomento significa comportarsi con ottimismo e buonsenso, evitando estremismi in un senso o nell’altro”.

Quanto ai casi esteri Zangrillo ha chiarito: “Il nostro Ssn non è paragonabile a quello americano, brasiliano, messicano: sono state date linee guida corrette per poter tracciare, isolare, identificare eventuali focolai e trattarli con tempestività. Gli italiani hanno dimostrato di essere un popolo responsabile.

Un atteggiamento responsabile che tutti noi dobbiamo continuare ad avere, ma prima di tutto l’autorità governativa sanitaria, perché non esiste solo Sars-Cov-2″.

Presente anche il leader della Lega Matteo Salvini che ha detto: “C’è la sensazione di essere in un ritrovo di carbonari, il negazionismo, il collaborazionismo…Se c’è gente strana, io mi trovo benissimo”  E ha aggiunto: “La libertà di pensiero è il primo bene a rischio: c’è un fronte di chi ha un’idea diversa rispetto al mainstream. Io – ha proseguito Salvini – mi sono rifiutato di salutare di gomito. 

Se uno mi allunga la mano, mi autodenuncio, gli do la mano. Tanto un processo più, un processo meno… “

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