L’arresto del serial killer Giandavide De Pau: aveva lasciato il cellulare in casa delle cinesi: “Ricordo solo tanto sangue”

I poliziotti della Squadra Mobile avevano identificato Giandavide De Pau già dal primo pomeriggio di ieri. Questa mattina all’alba, senza alcun blitz nè irruzioni violente, si sono presentati nell’abitazione della madre in zona Ottavia e, con uno stratagemma, si sono fatti aprire la porta.  Il 51enne romano, sospettato di essere l’assassino delle tre donne nel Rione Prati, dormiva e non ha opposto resistenza. La denuncia sarebbe stata fatta dalla sorella, con una chiamata ai carabinieri.

“Dopo avere vagato per due giorni, sono andato a casa di mia madre e mia sorella con i vestiti ancora sporchi di sangue. Ero stravolto e mi sono messo a dormire per circa due ore e poi sono arrivati i poliziotti a prendermi intorno alle sei di mattina”. È quanto avrebbe detto il 51enne romano nel corso dell’interrogatorio in Questura a Roma, durato oltre 7 ore.

”Ricordo di essere stato nella casa di via Riboty con delle ragazze cinesi e di avere tamponato la ferita alla gola di una di loro ma poi ho un blackout, non ricordo più nulla. Non ricordo di essere stato in via Durazzo. Ho vagato per due giorni senza mangiare né dormire”. De Pau ha detto anche di avere dimenticato il cellulare sul luogo del delitto.

Il nome di Giandavide De Pau – sospettato del triplice omicidio nel quartiere romano di Prati – compare negli atti delle inchieste della procura di Roma sul “Mondo di Mezzo” di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati e sul clan camorristico dei Senese.

De Pau era l’autista ‘fidato’ del boss Michele Senese: lo accompagnava a summit con altre personalità della criminalità organizzata. C’era lui al volante dell’auto il 30 aprile del 2013 quando, a due passi da Corso Francia, a poca distanza da un bar, Senese incontra Massimo Carminati, l’ex Nar coinvolto nella maxindagine sul Mondo di Mezzo. Un incontro immortalato anche in un video girato dai carabinieri del Ros che è finito negli atti sulla maxindagine passata alla storia come Mafia Capitale.

Nel passato di De Pau anche un episodio di violenza sessuale e due ricoveri in strutture psichiatriche, a Montelupo Fiorentino. Il traffico di sostanze stupefacenti rappresenta, però, la sua attività principale. Nel dicembre del 2020 viene arrestato come facente parte di un gruppo criminale che gestiva le piazze di spaccio nella zona del Tiburtino, San Basilio e Tivoli. L’omicida compare anche in altre indagini in cui gli venivano contestati, tra gli altri, i reati di rapina, cessione di sostanze stupefacenti e minacce a pubblico ufficiale.

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