L’appello dei medici per Capodanno: riducete i contatti o il Paese si ferma, chiunque può essere contagioso

“Queste feste di Natale hanno segnato una svolta, con il considerevole aumento di casi di contagio da Sars-Cov -2. Ora serve un Capodanno più responsabile, altrimenti il Paese si ferma. Oggi più che mai, con questi numeri, si delinea uno scenario in cui chiunque si incontra potrebbe essere un portatore del virus. Sono numeri che non abbiamo visto neanche durante le altre ondate di pandemia“. Lo ha detto all’Adnkronos Salute il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli.

“Vediamo, in questi giorni – sottolinea – quello che sta succedendo in Francia. Noi dobbiamo evitarlo. Le possibilità sono due per fermare il virus: un nuovo lockdown, e non mi pare ci sia questa intenzione, oppure serve un’azione molto responsabile dei cittadini. E mi appello a questo. Serve ridurre la frequentazione delle persone,soprattutto nei luoghi chiusi e affollati, perché è lì che il contagio vola”, ammonisce.

“Ci aspettavamo una crescita dei numeri per le festività. E non ci sono dubbi che le previsioni si siano avverate, nonostante la chiusura delle scuole. Il mio appello, dunque, è alla prudenza. Tutti dobbiamo prendere questo impegno perché la situazione sta diventando difficile nel Paese”, conclude Anelli.

Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri a ‘L’aria che tira’ su La7, si appella anche lui al senso di responsabilità degli italiani. “Festeggiamo la fine dell’anno in pochi e possibilmente tutti vaccinati – afferma – perché ciò riduce i rischi di contagio. Credo che questo sarà l’ultimo Capodanno che avremo con questo virus. Non voglio essere troppo ottimista, ma credo che davvero ci siamo e basta guardare i numeri”.

“Se prendiamo i dati dello scorso anno nella stessa giornata di oggi – sottolinea – vediamo che sicuramente i positivi erano molti, molti meno, ma era un altro virus, o meglio era questo ma non con la variante Omicron, ma i posti letto occupati in terapia intensiva erano largamente superiori. E ciò grazie al fatto che oggi abbiamo un vaccino e un virus più leggero”.

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