Sguardo profondo, maglietta militare e parole che arrivano come pietre: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in collegamento con la riunione plenaria del Parlamento Europeo a Bruxelles, si rivolge all’occhio delle telecamere che ne riprende l’intervento e a tutti i rappresentanti dei Paesi membri della Ue. I toni sono appassionati e nell’emiciclo l’appello finale, disperato, perché alla fine la vita prevalga sulla morte, crea momenti di alta drammaticità a cui l’assemblea, commossa, risponde con un lungo appaluso in standing ovation.
Difficile mantenere aplomb istituzionale: le parole di Zelensky riecheggiano nell’etere e risuonano nell’aria con il fragore delle bombe. «Noi stiamo combattendo per i nostri diritti, per le nostre vite. Ora lottiamo per la sopravvivenza, che è la motivazione più forte. Sapevamo che ci sarebbe stato un prezzo da pagare, ma la tragedia che stiamo vivendo è immane», sottolinea il presidente ucraino. Che poi prosegue: «Ma combattiamo anche per essere membri uguali d’Europa. Senza l’Ue l’Ucraina sarebbe sola: abbiamo dimostrato la nostra forza. Provateci che siete al nostro fianco, che non ci abbandonerete. Mostrateci che siete veramente europei», incalza arringando la platea il presidente ucraino.
E ancora. Parlando del futuro del suo Paese nell’Ue, Zelensky lancia un appello diretto alla Ue: «Vorrei sentire da parte vostra che la scelta dell’Ucraina verso l’Europa venga incoraggiata. Vogliamo essere membri a pari diritti dell’Ue. Stiamo dimostrando a tutti che questo è quello che siamo. Ora, rilancia il leader ucraino, sta a voi europei «provare che siete con l’Ucraina». Con un Paese preda della ferocia degli invasori a cui popolazione civile e forze armate stanno opponendo una ferrea, pervicace resistenza. «Nessuno ci spezzerà: siamo forti, siamo ucraini», continua allora Zelensky. «Ma anche quella di oggi è stata una mattinata tragica. Stamani due missili hanno colpito la Piazza della Libertà, a Kharkiv. E ci sono state dozzine di vittime. Per questo, dopo i missili lanciati oggi su quella piazza, «d’ora in poi tutte le piazze delle nostre città si chiameranno Piazza della Libertà», aggiunge il presidente.
Che poi dichiara: «Questo è il prezzo della libertà. Noi combattiamo per la nostra terra. Per la nostra libertà». Ma in Ucraina, dice anche Zelensky, «abbiamo il desiderio, credo normale, di vedere i nostri bambini vivi. Invece ieri 16 bambini sono stati uccisi. E Vladimir Putin dice ancora che le sue operazioni puntano alle infrastrutture militari: i bambini in quale fabbrica militare lavorano? Quali carri armati guidano? Quali missili tirano? Putin ieri ha ucciso 16 persone», insiste ancora un commosso Zelensky.
Che poi, sul sacrificio degli ucraini – che è il filo conduttore del suo intero discorso – aggiunge: «Ogni giorno, per qualcuno, questo giorno potrebbe essere l’ultimo. Consapevole di pagare un prezzo estremo per difendere la libertà. Abbiamo avuto cinque giorni di piena invasione russa. Stiamo sacrificando i nostri migliori uomini. I più forti. E i più preziosi», sottolinea il leader di Kiev. «Molto spesso – continua – diciamo che vinceremo contro chiunque. E vinceremo contro chiunque. Ma dobbiamo muoverci tra i missili». Convinti che comunque, «la vita prevarrà sulla morte, la luce prevarrà sulle tenebre. Gloria all’Ucraina» conclude Zelensky. E la platea che lo ha ascoltato in religioso silenzio, si alza in piedi. E, tra le lacrime, tributa al presidente e alla sua popolazione un lungo, commosso applauso…