L’appello di Giorgia Meloni a Milano: “Non si governa con la paura. Serve il coraggio di scelte di lungo respiro”

«Non volevo rinunciare a questo appuntamento perché il responso della Lombardia è particolarmente importante. Per ciò che rappresenta sotto il profilo economico, sociale e culturale. Non è solo la Regione più popolosa d’Italia, ma rappresenta il sesto Pil più alto d’Europa». Così Giorgia Meloni ha iniziato da remoto l’intervento al convegno “Lombardia al voto. Pronti, candidati al via” che si è svolto a Milano davanti a una sala gremita.

All’apertura ufficiale della candidatura del governatore uscente, Attilio Fontana, il premier è scesa in campo a sostegno dell’esponente del centrodestra. Ha tracciato anche il bilancio dei primi due mesi di governo, sottolineando la nuova filosofia di Palazzo Chigi: scelte anche impopolari ma ispirate a strategie di lungo periodo. Mai più galleggiare pensando solo all’oggi. Mai più compromessi al ribasso. Della Lombardia Meloni ha sottolineato il valore aggiunto dovuto all’intraprendenza e all’innovazione. Che ne fanno un’avanguardia europea con la capacità di creare ricchezza ed export.

«Le cose andranno ancora meglio ora che al governo c’è chi non frena. Con la continuità tra esecutivo e governo regionale si potranno moltiplicare i risultati. Il centrodestra – ha detto Meloni – si presenta nuovamente compatto con il presidente Attilio Fontana. Che può vantare la straordinaria forza data dal lavoro fatto in questi anni di buongoverno». Sono stati anni non facili – ha aggiunto rivolgendosi alla platea milanese – per questo ringrazio tutta la squadra, consiglieri regionali e assessori, che hanno contribuito al successo dei partiti che rappresentano. Abbiamo attraversato lo tsunami della pandemia. E avremo di fronte un periodo ugualmente complesso. La sfida allora è quella di gestire la crisi. E di  utilizzarla anche «per ripensarci, per avere una visione di lungo termine. Non si governa una nazione con piccole modifiche. O cercando di sopravvivere per fare un pochino alla volta. Serve il coraggio di pensare in grande, senza paura. Serve il coraggio di fare scelte di lungo periodo. Un coraggio che certo non ci manca».

«Mi piace ricordare una frase storica di Garibaldi – ha aggiunto il premier – qui si fa l’Italia o si muore. Con le differenze del caso, la penso proprio così. Dobbiamo rifare l’Italia perché gli italiani ci hanno votato per questo. In cuor mio posso dire che alla fine di questa avventura l’Italia sarà migliore di come ce l’hanno consegnata. So che potrò dire in coscienza che avremo fatto tutto quello che potevamo per la ricchezza e la rinascita della nazione».

Lo Stato non deve più essere avvertito come un avversario, ha proseguito Meloni. «Lo Stato può essere il migliore alleato dei cittadini se capirà finalmente che la ricchezza la fanno le imprese. E i risultati di questi primi due mesi lo dimostrano. Non abbiamo davanti una corsa di 100 metri ma una maratona. Una lunga marcia che deve durare cinque anni».  E che il capo del governo intende percorrere a perdifiato. Sfidando le difficili condizioni economiche e le scarsissime risorse a disposizione rispetto a quelle che servirebbero.

Il premier ha passato in rassegna i primi risultati di questo inizio di mandato. Dalla stretta sull’immigrazione al decreto anti rave party, dal sostegno alle imprese e alle famiglie nella legge di bilancio agli aiuti per alleggerire il caro bollette. «Ci avevano dipinto come dei mostri pericolosi che avrebbero affondato il Paese. Ebbene, i fatti hanno smentito i nostri avversari. Lo spread è diminuito dal 21 ottobre, la Borsa è andata bene, i partner internazionali ci rispettano». Infine un doveroso in bocca al lupo al governatore uscente e a tutti i candidati della squadra di centrodestra. «Non vedo l’ora di poter governare con la prossima giunta Fontana».

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