By Lorenzo Grossi
I sindacati non accettano proposte di compromessi e tirano dritto sullo sciopero generale di venerdì 29 novembre: confermati tempi e modalità sull’astensione dal lavoro in tutta Italia, che durerà quindi ventiquattro ore e non quattro – perlomeno per quanto riguarda i mezzi pubblici, che invece sarà di otto – come chiesto anche questa mattina da Matteo Salvini, che aveva convocato le organizzazioni sindacali per il tardo pomeriggio di oggi per discutere la riduzione dell’agitazione. Una richiesta che, oltre al ministro dei Trasporti, era stata pervenuta anche da parte del Garante, il quale ieri aveva indicato di limitare lo sciopero relativamente ai settori del trasporto passeggeri, che dovrebbe essere di otto ore, dal momento che si profila “il fondato pericolo di un pregiudizio grave ed imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”.
In una delibera la Commissione di garanzia sugli scioperi aveva segnalato al vicepresidente del Consiglio la concentrazione di una pluralità di scioperi, alcuni dei quali già indicati come illegittimi, rilevando che tale addensamento provocherebbe un pregiudizio grave al diritto alla mobilità dei cittadini utenti. Ecco perché Salvini, raccogliendo la richiesta dello stesso Garante, ha invitato le parti sociali a portare a sole quattro ore la mobilitazione annunciata e, con una lettera ufficiale del Mit, ha convocato i sindacati per un confronto direttamente nel dicastero di Porta Pia. E invece niente da fare. Cgil e Uil non hanno voluto nemmeno attendere lo svolgimento dell’incontro delle ore 16.30 per diramare un comunicato pesantissimo nel quale non solo ribadiscono lo sciopero generale, ma attaccano duramente il governo Meloni e la Commissione di garanzia.
Landini e Bombardieri da una parte sottolineano che verrà esonerato dallo sciopero la categoria del trasporto ferroviario (che comunque aveva già protestato lo scorso finesettimana) e dall’altra puntano il dito contro il Garante perché “ha obbedito ai diktat del ministro Salvini, pubblicati sistematicamente sui social e attraverso la stampa, continuando ad avanzare ulteriori richieste per la limitazione del diritto di sciopero
“. Allo stesso esponente di governo i due leader sindacali chiedono, in maniera capziosa, “che cosa abbia fatto in questi due anni per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli utenti, per migliorare le condizioni del trasporto pubblico e per assicurare la regolarità degli orari e dell’efficienza del servizio
“. Infine l’attacco diretto al leader della Lega: “Farebbe bene a preoccuparsi di rinnovare i contratti a milioni di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno sono al servizio della cittadinanza”.
Secondo il Garante sugli scioperi , al contrario, con la proclamazione della mobilitazione generale del 29 novembre, Cgil e Uil violerebbero le regole sulla “rarefazione oggettiva
“, in particolare nel settore trasporti. Per questo era stato chiesto di eliminare dalla mobilitazione non solo il settore trasporti, ma anche sanità e giustizia. Il ministero dei Trasporti ha espresso “soddisfazione” per tale richiesta della Commissione di garanzia sugli scioperi: “Salvini è determinato affinché i disagi per i cittadini siano contenuti e farà di tutto per raggiungere l’obiettivo
“, dichiarano fonti del ministero.
Già lo scorso anno, a novembre, si era verificato li stesso braccio di ferro tra governo e sindacati sullo sciopero generale, e il vicepremier aveva bloccato la mobilitazione con la precettazione. Come finirà questa volta?