La Ue fa dietrofront e cambia strada: apre al tetto sul gas. “Riforma d’urgenza”

Una volta annusato il pericolo, ora perfino la Germania pensa a un intervento sul mercato dell’energia. Ieri il cancelliere Olaf Scholz, in visita a Praga, ha detto che l’attuale mercato «non si può definire funzionale poichè porta a prezzi così elevati» del gas. Il riferimento è alla proposta, sostenuta anche dall’Austria, di disaccoppiare il prezzo del gas da quello dell’energia elettrica. Ma ci si potrebbe leggere anche una timida apertura all’applicazione di un tetto europeo al prezzo del gas quando aggiunge la necessità di agire «rapidamente e in modo coordinato, evitando le azioni isolate dei singoli Paesi».

Scholz, ieri, ha proposto anche l’allargamento a est dell’Unione e lo stop al diritto di veto che molto spesso ha annacquato molte misure europee. Germania che ha peraltro colloqui in corso con la Francia per ricevere forniture di gas naturale entro ottobre.

Dopo lo sbandamento quindi, l’Europa sta provando a riorganizzarsi per reggere al ricatto russo sul gas. La data da segnare sul calendario è il 9 settembre, quando a Bruxelles ci sarà una riunione straordinaria dei ministri dell’Energia dell’Ue. La presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen ha detto ieri, in un evento in Slovenia, che «L’aumento vertiginoso dei prezzi dell’elettricità sta mettendo a nudo i limiti dell’attuale struttura del mercato elettrico, che è stato sviluppato per circostanze diverse. Per questo stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’elettricità». A Bruxelles, l’Italia proverà a spingere per applicare un tetto al prezzo del gas a livello europeo. Anche se rimane più alla portata l’idea di disaccoppiare le quotazioni di energia elettrica e gas. Quanto meno, però, sembra che i vari partner europei abbiano capito che risposte posticce faranno solo la gioia di Vladimir Putin.

Intanto la giornata di ieri ha portato un po’ di sollievo sul mercato di Amsterdam: il prezzo del gas è calato fino al 20% a 268 euro al megawattora (per chiudere a 272). Sul mercato sono scattate le prese di profitto dei trader dopo che il prezzo ha corso tantissimo nelle scorse settimane, ma ha inciso anche la buona notizia sugli stoccaggi della Germania che raggiungeranno l’85% della loro capacità entro l’inizio di settembre.

L’emergenza è tutt’altro che risolta, e la sensazione è che si tratti solo di un sospiro prima del grande salto. «Dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo», ha annuncato la Von Der Leyen. «Stiamo diversificando i nostri fornitori alla velocità della luce: la fornitura di gas da fonti diverse dalla Russia è aumentata di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest’anno e questo compensa i tagli russi. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato e per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15%». Quest’ultimo piano dovrebbe consentire risparmi per 45 miliardi di metri cubi. Ma potrebbe non bastare: «Purtroppo, dobbiamo prepararci al razionamento dell’elettricità alle imprese», ha detto la premier francese, Elisabeth Borne, parlando davanti al Congresso del Medef, la Confindustria d’Oltralpe. La premier ha chiesto a tutte le imprese di preparare, a settembre, «un piano di moderazione» e ha dato appuntamento a tutti per l’inizio di ottobre per «conoscere i diversi scenari» e considerare «i rischi di razionamento».

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