La scoperta: il Covid può rimpicciolire il cervello: ecco come cambia

Sono 28.900 i nuovi contagi Covid in Italia. Si registrano inoltre altri 129 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati processati 204.877 tamponi, tra molecolari e antigenici, con un tasso di positività al 14,1%. I ricoverati con sintomi sono 8.468, 228 in più da ieri, mentre le terapie intensive occupate sono 518, due in più da ieri. Sono 1.003.239 le persone attualmente positive nel nostro Paese, mentre i guariti toccano la soglia dei 12.242.669.

Perdita di gusto e olfatto, mal di testa, problemi di memoria, “nebbia mentale”, ma non solo. Sono tanti e diversi i sintomi neurologici attribuiti all’infezione da Sars-CoV-2, tra i quali una possibile “riduzione” del cervello. Lo ha scoperto un team di scienziati ha deciso di indagare su come cambia il cervello dopo Covid per trovare una spiegazione a queste conseguenze debilitanti della malattia. Per farlo ha utilizzato una maxi biobanca realizzata in Gb, database su larga scala che raccoglie e condivide informazioni sanitarie e genetiche per circa mezzo milione di persone.

Il team ha usato l’imaging cerebrale per studiare i cambiamenti cerebrali e ha rilasciato i dati su 785 persone di età fra 51 e 81 anni. Dati che mostrano forti evidenze di anomalie cerebrali post infezione. Covid sembra rimpicciolire il cervello, e si osserva una maggiore riduzione dello spessore della materia grigia e del contrasto tissutale in due aree, nella corteccia orbitofrontale e nel giro paraippocampale. Inoltre i maggiori cambiamenti nei marcatori di danno tissutale sono nelle regioni funzionalmente collegate alla corteccia olfattiva primaria.

Questi i risultati emersi, pubblicati sulla rivista Nature. Gli autori dello studio – scienziati dell’università di Oxford con la collaborazione di colleghi dell’University College London, dello statunitense National Institutes of Mental Health (della rete Nih) di Bethesda e dell’Imperial College di Londra – precisano che «resta da indagare con un ulteriore follow-up se questo impatto possa essere parzialmente invertito o se questi effetti persisteranno a lungo termine».

«Gli stadi sicuramente entro la fine di marzo torneranno alla capienza del 100%». Lo ha ribadito il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, intervenuto a In viva voce su Rai Radiouno. «Ciò che dobbiamo guardare con grande attenzione non è tanto il numero dei contagi ma è la ricaduta e la pressione che questi contagi provocano sui nostri ospedali. Abbiamo bisogno che i nostri ospedali tornino e continuino l’attività primaria. C’è bisogno di recuperare il terreno perduto». E poi ancora. «Siamo all’inizio di una fase nuova che comincia proprio con la fine dello stato di emergenza. Già dal primo aprile ci saranno delle misure di allentamento. Sicuramente ci sarà una distinzione tra luoghi all’aperto e luoghi al chiuso; ci sarà una gradualità; ci sarà una seconda fase ragionevolmente nel mese di maggio e credo che, osservando i dati, finalmente ci potrà essere un’estate senza restrizioni».

Pubblicato da edizioni24

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