La Schlein muta, spera in un altro “miracolo” che non potrà mai arrivare, e il Pd inizia a mollare la presa. La sinistra si sta cuocendo da sola a bagnomaria sul termovalorizzatore

Oggi anche “Repubblica” ammette che le vacanze prolungate di Elly Schlein e i suoi prolungati silenzi su temi sensibili dal caso Cospito all’utero in affitto, iniziano a mettere in imbarazzo il Pd, abituato a segretari chiacchieroni e logorroici. E dietro l’angolo c’è il nodo dell’inceneritore di Roma, su cui il Pd dovrebbe avere una linea precisa, su indicazione del sindaco “tressettista” Roberto Gualtieri, ma che in Parlamento si ritrova stretto nella morsa del M5S e della Sinistra (per non parlare del neo componente della segreteria del Pd Sandro Ruotolo…). M5s e Verdi-Sinistra hanno presentato un ordine del giorno contrario al termovalorizzatore a Roma, alla Camera, dove siede Schlein: cosa farà la leader “unitaria”? “Nei prossimi giorni discuteremo. Faremo una discussione molto aperta, responsabile e senza pregiudiziali”, ha detto stamattina Marco Furfaro, deputato del Pd, ai microfoni di ‘Agorà’ su Raitre. Imbarazzo, enorme…

Intanto la Schlein, di ritorno dalle ferie, si limita a dire qualcosina sul fascismo e sui migranti, temi non impegnativi, certo. “È stato sufficiente qualche giorno di assenza di Elly Schlein dalla scena pubblica per alimentare voci dentro e fuori il Pd. Se ne è discusso nei gruppi dem, dove molti parlamentari si sono interrogati sulle ragioni del silenzio, e se ne è scritto sui media….”, scrive oggi in una pagina “Repubblica”. Che dopo i primi entusiasmi, sembra rassegnata: “Bisognerà abituarsi: Schlein è portata a scegliere con cura esternazioni e sortite pubbliche ed è una politica molto più prudente, nel bene e nel male, di come qualcuno se l’è figurata o di come altri amano immaginarla…”.

I dubbi sono tanti: “Sarà importante capire se l’assenza di Schlein è stata dettata anche dalla volontà di lasciare decantare i malumori interni seguiti alla nomina della segreteria – malumori accresciuti anche dalle improvvide uscite di alcuni membri – o se è ancora in corso lo studio per prendere le misure al nuovo ruolo… Proprio sulle ambiguità e le divisioni nel Pd conta chi, come Giuseppe Conte, dal 26 febbraio sembra mosso soprattutto dall’urgenza di creare problemi a Schlein di cui teme la concorrenza elettorale. In settimana è previsto un voto alla Camera sull’opera che è diventata il cuore del mandato del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e che, se dovesse saltare, creerebbe un incidente difficilmente rimediabile…”, conclude il quotidiano romano.

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