La Russia chiude i rubinetti del gas alla Germania e riduce di un terzo la fornitura all’Italia. È panico

Mosca chiude ulteriormente i rubinetti del gas. Non solo alla Germania, con un blocco già annunciato delle forniture fino al 21 luglio. È allarme anche in Italia. Per l’annuncio di Gazprom di ridurre di circa un terzo la fornitura di gas al nostro Paese. La doccia fredda arriva da una nota di Eni. Che spiega come  il colosso del gas russo “ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi/giorno. Rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi/giorno. Eni fornirà ulteriori informazioni in caso di nuove e significative variazioni dei flussi.

La media di 32 milioni di metri cubi al giorno era già significativamente inferiore rispetto a quella precedente all’emergenza gas. Oggi, intanto, prende il via l’annunciata manutenzione sul gasdotto Nord Stream 1, che dovrebbe durare dieci giorni. Operazione che compromette il flusso alla Germania. Le forniture dovrebbero essere ripristinate alle prime ore del 21 luglio. Dopo il blocco partito alle 6 di questa mattina. Ma il timore è che possano non riprendere mentre prosegue la guerra in Ucraina dopo l’invasione russa. In passato lavori simili a quelli annunciati hanno richiesto dai dieci ai 14 giorni e non sempre sono stati completati entro la scadenza prevista.

Gazprom ha già ridotto in modo significativo il flusso attraverso ilgasdotto di 1.200 chilometri. Parlando sempre di ritardi alle riparazioni causati dalle sanzioni occidentali contro la Russia. Una posizione contestata dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Secondo l’Agenzia federale delle reti, il gasdotto veniva utilizzato solo per circa il 40% della capacità.

Il taglio totale della fornitura di gas russo «è l’opzione più probabile. “Bisogna «prepararsi”, ha detto il ministro francese delle Finanze Bruno Le Maire, a margine di una conferenza economica ad Aix-en-Provence. La Francia, però,  dipende per il 17% dal gas russo, molto meno di altri paesi europei.  «Il miglior modo di preparaci ai tagli – ha spiegato il ministro – è di essere molto attenti al nostro consumo di energia. Vale per l’amministrazione pubblica, le imprese, le singole persone». Inoltre bisogna costruire nuove infrastrutture come i terminal galleggianti per la rigassificazione del gas liquefatto importato dall’estero. Infine il governo francese si prepara anche ad esaminare le imprese. Per determinare quali potrebbero essere costrette a ridurre la produzione per risparmiare l’energia.

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