La Russa epocale: “Un figlio gay? Diverso da me, come se fosse milanista”. E sul busto del Duce…

Ignazio La Russa è uno degli ospiti del ritorno del programma Belve, in onda il martedì in prima serata su Rai2, condotto da Francesca Fagnani. Le domande impertinenti e spesso ficcanti della conduttrice nei confronti del presidente del Senato fanno emergere alcuni tratti della personalità del suo ospite, portandolo a fare numerose rivelazioni, anche sul suo privato. “Non mi sento una belva, davanti a lei un coniglietto”, ha scherzato il presidente del Senato rivolto alla giornalista.

“Non amo piacere a tutti: un pregio? Non mi prendo troppo sul serio. Difetto? A volte sono superficiale”, continua La Russa, che poi sottolinea: “Meglio essere né La Rissa, né pompiere. La Rissa verbale? Qualche volta mi è capitato. Io incendiario? L’importante è non cambiare troppo. Sono invecchiato, e ho attenuato un po’ il carattere….”, ha confessato il senatore, che non esclude di sentirsi anche un po’ democristiano. Nel corso dell’intervista i due si sono anche confrontati sui ricordi meno piacevoli, come gli Anni di Piombo e la manifestazione del giovedì nero di Milano, il 12 aprile 1973, quando morì l’agente Antonio Marino: “Non ho fatto cose da perdonarmi, per i giovani di destra partecipare a una manifestazione in cui muore un poliziotto è una cosa inenarrabile”.

Tornando al presente, all’esecutivo e agli attuali equilibri, La Russa è tornato a quanto accaduto in Senato nel giorno in cui è stato eletto presidente del Senato: “Il vaffa di Berlusconi in Aula era per Giorgia, lo dico per la prima volta, per i paletti per la Ronzulli come ministro”. E in merito ai rapporti di maggioranza, l’esponente di Fratelli d’Italia spiega: “Silvio comincia a capire che Giorgia non è una ragazzina cresciuta troppo in fretta, ma un leader di Stato. Lo dico a ragion veduta”. In tutta sincerità, il presidente del Senato ha ammesso anche il mancato feeling con un esponente istituzionale del centrodestra, rispondendo a una domanda su eventuali nemici in parlamento: “Mules? Come si chiama, il vice presidente della Camera? Mulè, non è mio nemico, ma lui non mi è simpatico”. Invece, in riferimento a una possibile “belvata” fatta a livello politico, il senatore ha ammesso: “Quando la mia amica Ronzulli aveva preso il posto di Meloni, e l’ho cacciata….”.

Passando a domande più pertinenti al suo privato che alla sfera politica, nel tentativo di mettere in difficoltà il presidente del Senato, Francesca Fagnani gli ha chiesto come sarebbe per lui avere un figlio omosessuale: “Accetterei con dispiacere la notizia, perché sarebbe un figlio che non mi somiglierebbe, sarebbe come se fosse milanista, è un paragone preciso, quello che faccio”. Quindi, ha spiegato di aver regalato il busto di Benito Mussolini, quello mostrato anche in tv, a sua sorella: “Mi rimprovero di aver mostrato il busto di mio padre di Mussolini”. L’ex ministro è anche insofferente al politically correct, perché “manca la capacità di separare le cose importante, da cose dette in un altro senso, quindi ci devo stare attento, ma dico che sarebbe bello fare le battute”.

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