La risposta di Israele a papa Francesco: “Il vero genocidio è stato il 7 ottobre”

By Francesca Galici

“La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore” è il libro di Papa Francesco per il Giubileo 2025. Il volume è di prossima uscita ma il Corriere della Sera ha avuto modo di pubblicarne alcuni estratti in anteprima. Disponibile in Italia, Spagna e America Latina già dal prossimo martedì, è a cura di Hernán Reyes Alcaide ed è pubblicato per Piemme. Ancora una volta, il Papa si concentra sugli aspetti sociologici della cultura moderna, approfondendo tematiche legate a famiglia ed educazione, geopolitica e migrazioni, ma anche sulla crisi climatica e le nuove tecnologie.

Nel volume, il Papa non manca di esplorare il tema della guerra, quanto mai attuale per i due grandi conflitti attualmente in atto, quello in Ucraina e quello in Medio Oriente. “La ferita ancora aperta della guerra in Ucraina ha portato migliaia di persone ad abbandonare le proprie case, soprattutto durante i primi mesi del conflitto. Ma abbiamo anche assistito all’accoglienza senza restrizioni di molti Paesi di confine, come nel caso della Polonia”, scrive il Pontefice, sottolineando che qualcosa di simile “è accaduto in Medio Oriente, dove le porte aperte di nazioni come la Giordania o il Libano continuano a essere la salvezza per milioni di persone in fuga dai conflitti della zona”. Il pensiero del Pontefice, quindi, si sposta su Gaza dove, dice, a detta di alcuni esperti quel che sta accadendo “ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”. Ma al Papa ha replicato lo Stato di Israele tramite l’ambasciata israeliana della Santa Sede: “Il 7 ottobre 2023 c’è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto di autodifesa contro i tentativi provenienti da sette diversi fronti di uccidere i suoi cittadini. Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo Stato ebraico”.

A proposito dei flussi migratori, in parte correlati con le guerre ma che, al giorno d’oggi, sono principalmente legati a fattori economici, a detta del Pontefice “dobbiamo coinvolgere i Paesi d’origine dei maggiori flussi migratori in un nuovo ciclo virtuoso di crescita economica e di pace che includa l’intero pianeta. Affinché la migrazione sia una decisione veramente libera, è necessario prodigarsi per garantire a tutti una partecipazione equitativa al bene comune”. Quindi, ha proseguito, quando “sentiamo questo o quel leader lamentarsi dei flussi migratori provenienti dall’Africa verso l’Europa, quanti di quegli stessi dirigenti si interrogano sul neocolonialismo che esiste ancora oggi in molte nazioni africane?”. Una volta accolti “e poi protetti“, dice Papa Francesco, i migranti “vanno promossi. Nel chiedere che si aprano loro le porte, esorto anche a favorire il loro sviluppo integrale, a dare loro la possibilità di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l’umanità voluta dal Creatore”.

Chiede che vengano inseriti nella società e nel mondo del lavoro, che vengano garantiti ai migranti possibilità di lavoro e corsi di formazione e fa l’esempio di don Mattia Ferrari, prete della Ong Mediterranea Saving Humang, la Ong di Luca Casarini, che “non solo si impegna nelle azioni di salvataggio in mare, ma inoltre con il suo gruppo assicura un’integrazione sostenibile e sopportabile nel luogo di destinazione”.

Per il Santo Padre, le migrazioni potrebbero “aiutare ad affrontare la grave crisi causata dalla denatalità in molti Paesi, soprattutto europei. È un problema molto serio e le persone che arrivano da altre nazioni possono contribuire a risolverlo, se le si integra pienamente
“.

Pubblicato da edizioni24

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