La rabbia dell’infermiere Bellafiore: “Per i caz**cci vostri noi stemo a grondà”

«Veniteme a dì che è tutto ok, che non ce n’è coviddì, che stasera annamo a ballà. Intanto, a 30 gradi e con una tuta da centro dimagranti sobrino, ce stamo noi, non voi».

Con un post polemico in romanesco, l’infermiere Marco Bellafiore, dell’Umberto I di Roma, se la prende con chi in questi giorni sta abbandonando tutte le cautele per godersi le vacanze.

L’infermiere Bellafiore posta una foto in cui indossa la tuta anti-Covid con cui deve lavorare. «Tanto che ve frega», continua. «Mica mi capiterà di stare con un tubo in gola a cagarmi addosso mentre una macchina respira per me. Vai sereno zi, a te non capita. E se capita, ci sono gli stronzi che per un indennità di quasi 100 euro (lorde) al mese, si fanno turni interi in stile palombaro, grondando acqua tipo che ce poi fa rafting quando se levamo la tuta».

«Ma no, a te non capita, dai», aggiunge l’infermiere Bellafiore nel suo sfogo. «Cazzotene delle regole. E intanto noi se respiramo la stessa aria calda dentro una mascherina per ore per i cazzacci vostri. Andate in vacanza va, che io ancora nn ce so andato. Sarà per questo che so un po’ polemico», conclude.

Del resto fa ancora discutere il servizio del Tg1 in cui i giovani mostravano di non aver paura, lasciando interdetti i telespettatori. «Anche se mi fanno il tampone e poi sono positivo», gridava un ragazzo, «ho vent’anni. Non mi ammazzerà di certo il coronavirus». D’altronde, per loro che vivono di social e di tormentoni, quest’anno il motto è solo uno: «Non ce n’è coviddi, non ce n’è». Se lo scrivono in chat e lo condividono sui social facendolo diventare virale.

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