Hoara Borselli intervista Bruno Vespa: “La politica sui migranti non possono farla i giudici”

By Hoara Borselli

Ha da poco compiuto ottant’anni e sicuramente tra i giornalisti televisivi italiani ancora sulla breccia è quello con la carriera più lunga. Vinse un concorso per entrare in Rai (niente lottizzazione) negli anni Sessanta, insieme a Furio Colombo e Umberto Eco. A 25 anni ci ha raccontato la strage di Piazza Fontana, a 33 era già una colonna del Tg1 ed è stato il cronista del rapimento Moro. E ora è ancora lì, tutte le sere sullo schermo, e di mattina scrive libri. L’ultimo, appena uscito per Mondadori, è intitolato «Hitler e Mussolini».

Vespa, Friedman, giornalista americano italianizzato, ha fatto un paragone tra Trump e Hitler. Secondo te Trump è più vicino a Hitler o a Roosevelt?

«A nessuno dei due. Hitler è stato un mostro. Roosevelt è stato una persona geniale che ha salvato l’America e ha salvato il mondo. Trump non assomiglia certo ad Hitler».

Hitler e Mussolini si piacevano?

«No, no, no. Hitler era innamorato di Mussolini. È stato innamorato di Mussolini dal 1922 fino al 1938. Mussolini no, considerava malissimo Hitler, lo giudicava un pagliaccio isterico. Poi però si è dovuto adeguare alla crescita di potere di Hitler, e soprattutto con la guerra di Etiopia si è trovato solo, perché i suoi interlocutori occidentali che lo stimavano moltissimo – soprattutto gli inglesi e gli americani – gli misero le sanzioni».

Secondo te Hitler era omosessuale?

«Hitler aveva delle guardie del corpo omosessuali. Su queste cose è difficile sapere bene. Probabilmente Hitler era impotente. Certamente non aveva dei rapporti sessuali normali».

Questa impotenza influenzò la sua personalità politica?

«Non lo so. Certamente ha influito il suicidio della nipote, Geli. Aveva raccontato che Hitler la costringeva a fare cose tremende. Forse Geli si suicidò per questo. E secondo alcuni biografi la crudeltà di Hitler è cresciuta dopo il suicidio di Geli».

Sull’altro versante abbiamo Mussolini amatore. Come mai attraeva così tanto le donne?

«Lo sguardo e la foga romagnola. E poi progressivamente il potere, la capacità di trascinare le masse con la sua oratoria».

Perché la sinistra ha questa ossessione antifascista?

«Perché, sbagliando, ha immaginato che accusare la Meloni di non essere antifascista potesse toglierle voti».

È stato un errore?

«Si, molto grave. Meloni ha stravinto e oggi è l’unica leader europea che dopo due anni dalle elezioni vede ancora crescere il proprio consenso. Del resto i democratici americani hanno fatto lo stesso errore con Trump. Hanno gridato al fascista e lui ha fatto cappotto».

L’altra sera caccia all’ebreo ad Amsterdam. Più che un pericolo di ritorno fascista non c’è nella nostra società un ritorno di antisemitismo?

«Questo si. L’antisemitismo è una realtà. In questo senso il mio libro credo che sia illuminante. Racconta come nacque la Shoah. Hitler pescò in un terreno fertile. L’antisemitismo era diffuso in Austria e in Germania. In Francia, per esempio, ancora lo è».

In Italia?

«In Italia sta crescendo ma è ancora sotto controllo».

Negli altri paesi?

«In America è esploso, portando tra l’altro per contrappasso un sacco di voti a Trump. È esploso nelle università liberal, finanziate dagli ebrei».

La guerra a Gaza è una giustificazione?

«Si confonde la scelta politica di un governo con la religione degli ebrei. Certamente Netanyahu sta conducendo una politica che a me non piace affatto, però difenderò Israele fino alla morte».

Trump ha la possibilità di fare finire queste guerre?

«Beh, se smette di dare armi all’Ucraina, lì la guerra è finita. Mi auguro che riesca a strappare delle forti concessioni in favore dell’Ucraina. Che Zelensky debba cedere tutti i territori occupati non mi sembrerebbe una cosa giusta. E sarebbe un precedente molto pericoloso».

Meloni ti ha detto che i magistrati remano contro e vogliono impedire al governo di difendere i confini. Secondo te ha ragione?

«Che in Italia ci sia una corrente di pensiero che ritiene che debbano essere accolti tutti gli immigrati è indubbio. E questo è legittimo, anche il fenomeno sarebbe ingestibile. Mi pare molto pericoloso però che i magistrati interpretino le leggi invece di applicarle. Come facevano con mani pulite. Ora io penso che lo Stato italiano farà di tutto per andare avanti con la sua politica. Meloni è caparbia. Perché non si può affidare alla magistratura – né italiana né europea – la politica dell’immigrazione».

Hai intervistato anche Tajani. Forza Italia di Tajani assomiglia a Forza Italia di Berlusconi, o è un’altra cosa?

«Lo spirito è lo stesso. Spirito liberale. Avevano cantato tutti la marcia funebre a Forza Italia, e invece non solo è sopravvissuta ma si è rafforzata».

I figli di Silvio prima o poi entreranno in politica?

«Credo e spero che non facciano mai questo errore».

La sinistra si riprenderà dal successo di Trump?

«Deve capire che la gigantesca Ztl che rappresenta non è la maggioranza della società. Il problema è capire che le élite non sono tutto. In America non c’è un consiglio di amministrazione nel quale non ci sia una lesbica, un omosessuale, un nero, un asiatico Non perché sono bravi, ma perché è obbligatorio che ci siano. Io vorrei che ci fossero non per convenzione morale, ma per capacità professionale. Tutto questo, la cultura woke, con Trump ha ricevuto una sberla intercontinentale».

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