Giusy Rosato: “La politica è al servizio del cittadino o è asservita al potere? L’incontro Trenta-Calcagni insegna” (Video)


By Giusy Rosato

“La politica è la più alta forma di carità”: una delle più celebri definizioni della politica, pronunciata da Papa Paolo VI, si concretizza nell’operato fattivo, convinto, appassionato di politici seri, impegnati, dediti realmente al bene della “res publica”, quindi, alla tutela dei suoi cittadini, soprattutto se di tratta di cittadini che hanno fedelmente servito e onorato quella stessa res publica, anzi, in nome di quello Stato si sono gravemente ammalati o hanno perso addirittura la vita.
Politica come più alta forma di carità, da una parte, servizio fedele allo Stato dall’altra; politica seria da un lato, lotta strenue per la difesa e la salvaguardia di legittimi diritti in qualità di vittime del dovere dall’altro: parliamo del felice connubio tra l’ex-ministro della Difesa dott. ssa Elisabetta Trenta e il Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano Carlo Calcagni. Un dualismo di onestà, rettitudine, integrità morale, che, con voce unanime, riconosce e ammette inadempienze da parte dei vertici dello Stato, che, seppur ben consapevole dei rischi che avrebbero corso quei militari che stavano per intraprendere una missione internazionale di pace in terre di guerra – il tragico teatro bellico dei Balcani alla metà degli anni ’90! -, ha taciuto e, anche a fronte di prove provate ed evidenze inoppugnabili (ne sono conferma, ad esempio, gli approfonditi studi e le oculate mirate ricerche medico-scientifiche condotte dall’ONA), continua a considerare un tabù il nemico invisibile uranio impoverito.

Smuovere la polvere sotto i tappeti della negligenza, dell’indifferenza, dell’ipocrisia di vari personaggi, maschere del sistema, pone le persone come l’ex-ministro Trenta o il Colonnello Calcagni in una posizione scomoda, pertanto, da relegare ai margini di quello stesso sistema, in cui non si riconoscono e non vogliono assolutamente riconoscersi, in virtù della dignità umana che li contraddistingue e della sacralità della Verità, che continuano a difendere, nonostante porte serrate, strade sbarrate, terreni smottati.

Questa voce corale, ascoltata già molte volte in sedi istituzionali, come a Palazzo Baracchini, sede del Ministero della Difesa, è riecheggiata ancora una volta domenica 16 aprile alle ore 18.00 nella Sala Consiliare di Avetrana, nel corso del convegno organizzato dall’Associazione Commenda dei Templari Tre Casali di Avetrana, dal titolo “Carlo Calcagni – Io sono il Colonnello”.

Durante l’incontro è stato proiettato “Io sono il Colonnello”, il docu-film che racconta le straordinarie vicende del Col. Carlo Calcagni: uomo-atleta-militare…sognatore.

Ai saluti istituzionali del Sindaco, prof. Antonio Iazzi hanno fatto seguito gli interventi dello stesso Col. Calcagni, dell’ on. Giovanni Maiorano, componente della Commissione Difesa alla Camera dei Deputati e della dott.ssa Elisabetta Trenta, già Ministro della Difesa della Repubblica Italiana, nel governo Conte I.

La dott.ssa Trenta, in un passaggio del suo intervento, così si è espressa: “La durezza della vita giornaliera di Carlo Calcagni per sopravvivere ma, soprattutto, per vivere, è uscita fuori con tutta la sua forza ed entrambi abbiamo ben descritto il muro di gomma contro il quale si scontra ogni tentativo di fare chiarezza al fine di tutelare i militari che si sono ammalati, le loro famiglie e le famiglie di coloro che non ce l’hanno fatta.

Penso che per superare quel muro e riuscire da subito ad aiutare i nostri soldati e le loro famiglie una depenalizzazione potrebbe aiutare. Altrimenti quel muro non sarà buttato giù e troppi continueranno a morire. So che è una questione controversa, ma occorre valutare questa opportunità. Solo se depenalizziamo oggi uscirà la verità; in caso contrario probabilmente servirà ancora almeno un decennio e per molti potrebbe essere tardi”.

Solo con politici della tempra, del carisma e dello spessore professionale e umano della dott.ssa Trenta si potrà tornare a sentire e vivere la politica come “la più alta forma di carità”, nel senso di servizio autentico al prossimo, che è nel contempo civis, uomo, persona con diritti inviolabili e doveri inderogabili.

Solo così si potrà cercare finalmente una maglia rotta nella rete che ci stringe e, balzando fuori, varcare quella muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Pubblicato da edizioni24

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