La piccola Elena Del Pozzo “non è morta subito”. L’autopsia: 11 coltellate inflitte senza pietà sul corpo della piccola

Elena Del Pozzo, la bimba di Mascalucia uccisa dalla mamma, è stata colpita con più di undici coltellate. È quanto emerge dall‘autopsia eseguita dal medico legale incaricato dalla Procura di Catania. Gli accertamenti autoptici hanno evidenziato altresì che la morte non è stata immediata. Gli inquirenti hanno disposto anche gli esami tossicologici per verificare se la piccola sia stata sedata o meno prima della brutale aggressione.

Un solo fendente sarebbe stato letale anche se, dai primi riscontri medico-legali, è emerso che Elena sia stata colpita per più di undici volte. “Una coltellata ha reciso i vasi arteriosi dell’arteria succlavia, ma la morte non è stata immediata”, ha precisato il procuratore di Catania, Carmelo Zaccaro, riguardo all’esito dell’autopsia. “Il decesso è intervenuto dopo più di un’ora dal pasto che la bimba aveva consumato a scuola intorno alle 13″, ha continuato Zaccaro – L’arma del delitto non è stata ancora ritrovata”. Le ferite riscontrate sul corpo della bimba sono compatibili con un coltello da cucina. La salma si trova ancora all’obitorio dell’ospedale Cannizzaro dove, nelle prossime ore, saranno eseguiti anche gli esami tossicologici.

La dinamica dell‘omicidio non è stata ancora chiarita del tutto. Vi sono ancora molte lacune nel racconto reso da Martina Patti, la mamma di Elena, agli inquirenti. Sebbene la 23enne abbia ammesso la responsibilità del delitto non ha dettagliato il racconto di quei particolari che, da un punto di vista investigativo, definirebbero i contorni della tragica vicenda. La ragazza ha raccontato di aver ucciso la figlia nel campo vicino casa, a Mascalucia, poco dopo essere andata a recuperarla all’asilio. Una versione in parte compatibile con quanto emerso dall’autopsia poiché la bimba sarebbe stata uccisa entro un’ora dal pasto consumato a scuola. Ma gli inquirenti vogliono andare a fondo della questione, insospettiti dai troppi “non ricordo” di Martina che per la Procura sono “pretestuosi”.

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