La Meloni conquista Ancona: non faccio politica con odio. Scavano nella mia vita ma non ho paura

Reduce dal successo della partecipazione al Meeting di Rimini, Giorgia Meloni raccoglie applausi a scena aperta anche nella gremita piazza di Ancona, dove ha ufficialmente aperto la campagna elettorale. Nel capoluogo marchigiano il suo comizio era molto atteso: e il suo intervento, che dal Pnrr all’emergenza gas, passando per gli attacchi strumentali della sinistra sul video dello stupro di Piacenza, fino alla polemica rivolta a Letta sul post pro-devianze, non ha deluso le aspettative. Di più: ha infiammato la folla riunitasi sotto il palco e accolta dal presidente della Regione Francesco Acquaroli.

Certo, inevitabilmente, il cuore del discorso, quello che ha acceso gli animi della gente in piazza ad Ancona, è stato quanto la Meloni ha commentato a argomentato sulla campagna di odio scatenata a orologeria dalla sinistra con il pretesto della denuncia dello stupro di Piacenza, corredata dal video che i principali quotidiani avevano già abbondantemente pubblicato ben prima del post della leader di FdI. «Adesso è partita un’indagine, ma temo solo a danno della sottoscritta. Come se il video l’avessi girato io. L’avessi pubblicato io. O come se fossi stata io la prima a mettere on line questa cosa, come se fossi stata la fonte della notizia. Io non sono stata la fonte della notizia – ha ribadito la Meloni a viva voce dal palco –.  Sono stata una che ha ripreso un video pubblicato da un quotidiano». Ma, ha poi aggiunto, «mi pare che l’obiettivo sia far partire qualche avviso di garanzia.

Non solo. Dal palco di Ancona, e sempre in merito agli attacchi sferrati contro di lei aver postato il video dello stupro, la Meloni ha posto due interrogativi con tanto di risposte implicite nelle domande. La prima: «Non ho ragioni di scusarmi se non per aver espresso solidarietà. Ho pubblicato una cosa che stava già sui siti, che aveva pubblicato la stampa. Avete chiesto ai quotidiani che hanno pubblicato il video se intendono scusarsi?». E subito dopo, la questione ancora più stringente: «Quando il Pd ha pubblicato, senza oscurarle, le immagini di un omicidio: dell’assassinio di Alika a Civitanova Marche, perché al tempo nessuno ha pensato di far partire avvisi di garanzia nei confronti di chi pubblicava il video di un uomo che moriva, senza neanche oscurarlo, come invece accadeva per il video che io ho condiviso e che era stato pubblicato dalla stampa?».

Eppure, ha sottolineato la Meloni, «le immagini della morte di quell’uomo sono state ampiamente pubblicate senza alcuna forma di oscuramento. Tant’è che mi pare, se non vada errata, che la famiglia della vittima disse «per me rivedere quelle immagini è stato drammatico»… Ma la risposta, direbbe qualcuno, sorge spontanea. Ed è la stessa Giorgia ad abbozzarla: «Ho pubblicato un video che era completamente oscurato. Non ho parlato con questa persona, ma siccome sono molto sensibile a queste materie, non avrei mai pubblicato immagini che potessero far riconoscere la vittimaFrancamente rimango un po’ colpita dalla polemica, soprattutto perché è circoscritta a me. E perché il video l’ho preso dalla stampa, dai quotidiani, che sono quelli che fanno informazione»…

Informazione che già nei giorni scorsi ha rilanciato quanto la Meloni sostiene sul Pnrr, altro motivo del contendere della sinistra. Ennesimo spunto che i dem provano a trasformare in terreno di scontro più che in occasione di confronto. Come ha rimarcato la presidente di Fratelli d’Italia ad Ancona, dicendo: «Sono stata redarguita per aver detto che secondo me bisognerebbe rivedere parti del Pnrr con la Commissione europea. Poi arriva Gentiloni, commissario europeo, e dice chenelle norme istitutive del Next generation Eu è previsto che di fronte a casi eccezionali si possano rivedere le priorità. Credo che delle priorità che sono state immaginate prima della guerra in Ucraina oggi non possano che essere ripensate in base a quelle che sono le priorità dopo la guerra in Ucraina: tipo l’approvvigionamento energetico, perché il Pnrr investe sull’energia il 5 per cento… È tutto concentrato sulla transizione verde, che è un grande tema. Ma il punto è: come lo fai».

E a proposito di approvvigionamento energetico la Meloni sul palco di Ancora ha affrontato anche il tema del gas. E tra il serio e il faceto, tra l’altro ha rimarcato: «Siamo contenti che non prendiamo più gas dalla Russia, lo prendiamo dall’Algeria. Bellissimo, solo che noi il gas ce lo avremmo in Italia, dove lo potremmo tranquillamente estrarre qui davanti, nelle piattaforme dell’Adriatico e non lo stiamo facendo. Ma lo stanno già facendo altri… Perché noi avevamo quell’ambientalismo ideologico che dice sempre no a tutto»…

Infine, la leader0 di FdI non può che togliersi anche un ultimo sassolino della scarpa. Quello della polemica a distanza con il segretario del Pd Enrico Letta e il suo tweet sulle “devianze“. Rispetto al quale, al netto delle strumentalizzazioni deontologiche, la Meloni ha commentato: «Per devianze si intende quello che dicevo: abuso di sostanze stupefacenti. Abuso di alcol. Tutto il tema del bullismo, della microcriminalità. Ma anche la questione dei disturbi del comportamento alimentare: un tema sentitissimo anche tra i nostri giovani. Ma quando ho detto disturbi del comportamento alimentare: “La Meloni dice che gli obesi sono dei deviati”… Figuratevi se io, che obesa sono stata e sono stata anche bullizzata per questo da ragazzina, posso mai considerare l’obeso un deviato. Però io voglio cercare di aiutare chi ha dei disturbi del comportamento alimentare ad affrontare questa materia», ha aggiunto nella sua disamina.

Poi, rivelando ancora qualcosa di sé, ha concluso: «A me che cosa m’ha salvato? Mi ha salvato lo sport. Perché lo sport salva un sacco di gente. Si può dire o non si può dire?», ha chiosato la presidente di Fratelli d’Italia, che poi ha concluso il comizio con una dichiarazione d’amore agli italiani, come antidoto contro l’odio. «Ci sono quotidiani che mettono dieci giornalisti a lavorare per scavare nella tua vita, nella speranza disperata di trovare qualcosa che non trovano», ha rilevato la Meloni. «Mentre – ha proseguito – a chi si è rubato milioni di euro in questa nazione non viene dedicato neanche un trafiletto. C’è gente che ha paura di una forza politica che non puoi comprare. Che non puoi ricattare. E che non guarda in faccia a nessuno. Io non ho paura: sono disposta a condurre questa battaglia. Sono pronta». E infine: «Siamo italiani, voglio difendere questo e valorizzarlo, perché lo amo. Non faccio politica con odio. Io non odio nessuno. Sono gli altri che odiano, perché odi quando non sei sicuro di quello che tu sei, ma se sai chi sei non hai bisogno di odiare nessuno».

Sotto, il video del comizio di Giorgia Meloni ad Ancona

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