La lettera di Giorgia Meloni a don Patriciello di Caivano: seguiamo l’esempio di Giuseppe Salvia, luce che ha illuminato il buio

Il premier Giorgia Meloni ha inviato un messaggio a padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Na) in occasione della messa in memoria di Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale, ucciso il 14 aprile 1981 dalla criminalità organizzata.

“Caro Don Maurizio – scrive Meloni – ti ringrazio della tua lettera e delle parole di affetto e di incoraggiamento. L’Italia non potrebbe fare a meno di persone come te che, ogni giorno, si mettono al servizio della propria comunità e non si rassegnano all’idea che non si possa cambiare nulla. Uomini e donne che non riescono a voltarsi dall’altra parte, che non ci pensano due volte a mettersi in gioco e sanno che le buone azioni non sono inutili ma generano frutti”.

“La speranza e il bene – prosegue il messaggio di Giorgia Meloni – sono contagiosi: si propagano e cambiano radicalmente ciò che raggiungono. Come la luce di una candela nelle tenebre, che nemmeno tutta l’oscurità del mondo può spegnere. Giuseppe Salvia, che oggi ricorderete nella celebrazione eucaristica, è stato ed è una luce. Una di quelle tante luci, di quelle tante “candele”, che illuminano il buio”.

“Giuseppe – ricorda Meloni – ha servito lo Stato con onore e non ha piegato la testa di fronte all’arroganza del criminale che, in quel momento, credeva di essere un intoccabile al di sopra della legge e delle Istituzioni. Giuseppe ha dimostrato che non era così. Non è sceso a compromessi, ha fatto il suo dovere, fino in fondo, e ha pagato con la sua vita la sua scelta. Ma il suo sacrificio non è stato vano, perché la sua luce ha illuminato e continua ad illuminare l’impegno di tanti, soprattutto nella vostra comunità”.

“Una comunità, certo, che ha le sue difficoltà – si legge ancora – e i suoi problemi da affrontare, ma che non è condannata. Anche la realtà più complessa può risorgere dal buio e brillare di nuova luce. Si può fare, seguendo anche l’esempio di Giuseppe, che non ha mai smesso di fare il suo dovere. Ogni giorno”.

Anche il capo dello Stato Sergio Mattarella ha ricordato il sacrificio di Salvia. “Il 14 aprile del 1981 Giuseppe Salvia, vice-direttore del carcere di Poggioreale, veniva ucciso in un attentato per mano di esponenti della criminalità organizzata – ha detto il presidente della Repubblica – Coraggioso servitore dello Stato, egli ha interpretato in modo esemplare la sua funzione al servizio della collettività e ha assicurato il mantenimento delle regole nei luoghi di detenzione. È necessario non disperdere la memoria di quanto accaduto e l’insegnamento professionale e umano di questo valoroso funzionario”.

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