La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni smonta tutte le ipocrisie: dai talebani all’arcobaleno fino al piano pandemico

«Il punto non è l’esercito europeo, causa per cui mi battevo già da giovane militante. Il tema è a cosa serva una difesa comune senza una politica estera comune. Se l’Europa ne avesse avuta una, avrebbe ragionato da tempo sulle conseguenze di un terremoto geopolitico come il ritiro dall’Afghanistan. Invece sento discutere solo di profughi. Un tema importante, certamente, ma non l’unico». Lo afferma Giorgia Meloni alla “Stampa”. E mette subito le cose in chiaro. «Il modello realizzabile è l’Europa confederale, non un super-Stato. Ma un’Europa che faccia poche cose importanti e le faccia bene. La politica estera, per dire. Sembra che a non essere federalisti si debba per forza essere anti-europeisti. Io, come il partito dei Conservatori europei di cui ho la guida, sono per la terza via. L’Europa delle patrie non è un’eresia, ci credeva già De Gaulle»

«Come si deciderebbe l’invio di missioni europee con il vincolo dell’unanimità? La Nato come funziona? È un organismo sovranazionale in cui – per quanto sia stata finora sbilanciata verso gli Stati Uniti – si decide insieme. Il meccanismo non può essere quello di piegare qualcuno», continua la leader di FdI. «Bisogna procedere per convergenza. E la convergenza sulla politica estera europea sta nel fatto che ci troviamo geograficamente nello stesso posto. La chiave è un’alleanza di nazioni libere che scelgono insieme perché gli conviene. E non perché vi sono costrette».

Per Giorgia Meloni, «che il ritiro tragico di Biden avrebbe creato problemi era prevedibile. L’Europa doveva pensarci. Dopodiché in diplomazia si fanno delle scelte. Io non sono per il dialogo con i fondamentalisti, ma l’Europa spesso sì. I talebani sono fondamentalisti. Però lo sono anche tanti Paesi, a partire da alcune monarchie del Golfo, con cui l’Ue chiude più di un occhio. La Lega calcio, che sventola la bandiera arcobaleno contro l’omofobia, giocherà i mondiali a Doha. Ricordo che Fratelli d’Italia, unico, votò contro l’accordo di collaborazione culturale tra Italia e Qatar».

La redistribuzione dei profughi, secondo la Meloni è «irragionevole. E non perché si oppongano i paesi di Visegrad. Ma perché sono la Francia e la Germania i primi a boicottare la redistribuzione dei nostri migranti. Non parliamo di numeri ma di persone. Se ci diciamo pronti a dare asilo a chi fugge dalla sharia ci rivolgiamo potenzialmente a 200 milioni di persone. Poi però facciamo affari con l’Arabia Saudita e gli altri stati integralisti. Le saudite non vogliono forse vivere giustamente libere come le afghane? La lettura europea è ipocrita»

«L’Europa sanitaria non c’è stata. È mancata una gestione coordinata dei contagi e dei decessi. Di fatto dunque è mancato il piano pandemico comune di cui chiesi conto all’allora premier Conte già nei primi giorni del lockdown. Per non parlare dei ritardi sui vaccini». A proposito di Green Pass, la leader di FdI dice che «Salvini fa bene a difendere una posizione ragionevole che condivide con noi. E che è condivisa dalla maggioranza dei Paesi europei. Su questo tema c’è confusione e malafede. Io, che ricevo le minacce dei no Vax pur essendo vaccinata, vengo bollata come no Vax. Sono stata da subito a favore del Green Pass così com’è stato immaginato in Europa e com’è usato ovunque, ad eccezione di Italia e Francia. È uno strumento che deve consentire la libera circolazione e non deve essere utilizzato per introdurre surrettiziamente l’obbligo vaccinale con scelte ridicole che non hanno alcuna base scientifica e alcuna efficacia per fermare il contagio. Perché viene imposto sul treno ad alta velocità e non in metro? Sono contraria al Green Pass all’italiana, ma basta sollevare un’obiezione di buonsenso e si passa per negazionisti».

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