La fidanzatina della Schlein piagnucola ancora: attacca i giornalisti e difende Saviano. Ma fa un errore

Dopo il vittimismo sulle foto “rubate” dalla rivista  Diva e donnaPaola Belloni – compagna di Elly Schlein – ci ripensa. E torna a usare il suo profilo Instagram per condividere un messaggio rivolto alla stampa italiana che ha il sapore politico. «Ricordo sommessamente che sull’armocromia ci sono stati centinaia di editoriali e articoli, ore e ore di approfondimenti tv, radio e web. Sul processo vinto da Roberto Saviano non si trova nulla», ha scritto Belloni in una storia su Instagram. A parte che i giornali sono pieni di questa notizia, come pure del ricorso del ministro, stupisce il “ripensamento” delle Belloni. La compagna della Schlein  con questo intervento a favore di Saviano sancisce una presa di posizione pubblica. Al contrario, ai primi di aprile si era lamentata con Diva e Donna per l’invadenza nella sua sfera privata, lei che non ricopriva un ruolo pubblico, pur accompagnandosi con la segretaria dem: “Mi rendo conto che essere la compagna di una figura pubblica vi abbia fatto pensare di avere il diritto di esporre me quanto è esposta lei”.

Ma ora è lei ad esporsi. Era partita da un profilo bass, dalla vittoria di Schlein alle primarie del Pd Belloni ha sempre mantenuto riserbo. Poi è arrivata la  lamentala per le sue foto pubblicate e adesso un intervento che è tutto politico. Una bella piroetta. “Paola a suo modo è scesa in campo”, è il commento di Libero. Più in campo di così:  un messaggio di vicinanza nei confronti di Saviano che ha dato del “galoppino” al ministro Sangiuliano. Una scelta di campo molto netta. E come poteva essere diversamente. Da figura che voleva rimanere “privata” a prima sostenitrice pubblica (e faziosa) della sua compagna. Troppi articoli sull”arcronista, si lamenta. Non valutando l’impatto dell’intervista su Vogue, inizia bene la Belloni, si fa per dire. Inizia dando lezioncine di giornalismo e piagnucolando di trovare poche notizie sulla querelle Saviano-Sangiuliano. Cosa che non è, tra l’altro. Bastava fare una pigra ricerca su google per rendersene conto.

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