La docente del Liceo Righi, raggiunta da procedimento disciplinare: gli studenti sfilano in gonna per protesta

Gonne e pance scoperte, anche tra i ragazzi, per mostrare solidarietà alla ragazza minacciata di sospensione perché aveva l’ombelico scoperto: centinaia di studenti del liceo scientifico Righi nella Capitale hanno saltato oggi la prima ora di lezione per protestare contro “gli insulti di una docente ad una nostra compagna del terzo anno, a cui una professoressa ha detto ‘ma che stai sulla Salaria? “Righi zona fucsia”, “Benvenut* nel Medioevo” era scritto su due striscioni a sostegno della sedicenne, esposto all’ingresso. Affianco un popolo di ragazzi in gonna, pantaloncini corti, calzini fluo e crocs; e ragazze a pance rigorosamente scoperte, calze a rete, minigonne… tutti uniti nell’infrangere il ‘dress code’ e riaffermare che “il sessismo non può avere spazio nelle scuole”.

Noi del collettivo Ludus e del liceo Righi abbiamo deciso di dare un segnale forte e chiaro per ribadire questo concetto”, commenta uno studente del Collettivo. Mentre l’assemblea straordinaria in solidarietà alla ragazza offesa dalla prof per la pancia scoperta, prosegue anche in seconda ora tra musica e slogan gridati in altoparlante, davanti all’ingresso del liceo per un gruppo più ridotto di manifestanti.

“Aprirò come atto dovuto il procedimento disciplinare nei confronti della professoressa. Tuttavia spero che questa vicenda si possa risolvere in modo costruttivo e formativo per tutti, corpo docente e ragazzi”. Lo dice all’Adnkronos Cinzia Giacomobono, preside del liceo scientifico Righi. “Nei confronti della studentessa – prosegue la preside – predisporrò interventi formativi, come incontri con la polizia postale, per farle comprendere che quelli che ha avuto sono comportamenti che nessuno dovrebbe mettere in atto perché possono ritorcersi contro”.

La preside del Righi riferisce di avere appreso della vicenda “l’altro ieri quando la studentessa è venuta da me a denunciare questa situazione a termine mattinata. Ieri ho ascoltato la professoressa e i rappresentanti d’istituto. La vicenda si snoda su tre piani: il primo l’insulto che la ragazza ritiene di avere vissuto come sessista e che denuncia di avere ricevuto dalla docente, ‘ma che stai sulla Salaria’. La ragazza ritiene di essere stata apostrofata come prostituta e che lo stesso insulto non sarebbe stato fatto al ragazzo con cui stava girando il video. Vorrei precisare che la professoressa ha ammesso di avere avuto una uscita infelice ed ha ribadito che non intendeva assolutamente influenzare nessuno”, rimarca la Dirigente.

“Il secondo punto su cui si snoda la vicenda è il dress code, per cui oggi i ragazzi sono venuti in minigonna e pantaloncini. L’argomento è stato sviscerato: più che di dress code parlerei di abbigliamento consono all’ambiente, come avviene ovunque. Viviamo in una societa in cui ci si deve adeguare al contesto in cui ci si trova”, prosegue.

“Infine, c’è da considerare un terzo punto. La professoressa entrando in classe ha avuto il timore che la ragazza che stava facendo questo video troppo provocante, potesse farlo girare in rete. Preciso che la docente in questione si occupa di bullismo e cyberbullismo, affronta dunque questi temi. Il suo obiettivo era dunque impedire alla ragazza di mettere in rete un video. Un filmato in cui ballava a corpo scoperto che avrebbe potuto rivelarsi pericoloso. Evidenziando tra l’altro che la scuola non è il luogo in cui fare certe cose. Il suo intervento era finalizzato a questo”.

E’ vero che davanti alla vice preside la professoressa si sarebbe alzata la maglietta simulando un balletto? “Sì, per fare capire alla ragazza le conseguenze del suo gesto. La docente non voleva offendere nessuno, tanto più una ragazza che è una ottima studentessa, che partecipa alla vita scolastica in modo costruttivo”.

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.