ith24.it, Cara Silvia Romano, bentornata in Italia. Volevamo farti alcune domande. Appena puoi, se vuoi, noi ci siamo

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Cara Silvia Romano, bentornata in Italia. È ancora presto per chiederti una intervista, ci sono delle indagini in corso. Proprio ieri, i Carabinieri del Ros, hanno fatto visita alla onlus a cui ti eri affidata per portare il tuo impegno di solidarietà in Kenya. Un gesto bellissimo. Un sogno spezzato improvvisamente, per fini estorsivi, da terroristi senza scrupoli, e che sarebbero, su commissione, cspaci di tutto. Anche di avvelenare l’aria in nome di un Dio migliore.

Non vogliamo sembrare invasivi, ma con quale coraggio, nel 2018, decidesti di affidarti ad una onlus, che oggi dichiara che non ebbe nemneno il tempo di assicurarti. Di solito, prima si assicura un volontario e poi lo si lascia partire. Soprattutto se la meta è altamente rischiosa.

Qualcosa proprio non torna. E i tuoi genitori? Tua mamma, ad esempio, non si preoccupò? E tuo padre? L’entusiasmo, forse, fu talmente alto che prevalse sul tuo stesso stato di salute?

Certo. A tragedia avvenuta, l’unica cosa da fare era riportarti a casa, viva. A tutti i costi. La vita è più importante di qualsiasi cifra. Peccato però che l’importanza di questa frase la si capisce sempre dopo, e mai prima.

18 mesi di prigionia sono tanti. Tantissimi per una ragazza di 23 anni che, neanche rientrata in Italia, è riuscita a dire due cose molto fondamentali-ste: “mi hanno trattato bene. Non mi hanno fatto del male. Mi sono convertita di mia spontanea volontà”.

Figurati se a qualcuno poteva interessare la tua conversione. Per noi italiani, gli esseri umani sono tutti uguali, a prescindere dal colore della pelle e a prescindere dalla religione. L’importante era rivederti sana, viva. Avresti potuto raccontarci delle tue decisioni, con calma. Senza fretta. Ora hai tutto il tempo che vuoi per riscrivere le tue menorie, andate perse. O no?

Ed è per questo che ci domandiamo del perché hai chiesto il corano, invece che la Bibbia? Temevi di essere uccisa? oppure hai creduto alla favoletta del Dio migliore? Non esistono Dii migliori, ma solo uomini migliori. E non sono quelli che in nome anche di una giusta causa vanno tagliando la gola al prossimo. Sia chiaro.

Ecco. Cosa ti ha colpito di più dell’Islam, a cui va tutta la nostra amicizia, che non aveva, o non ha il vangelo? Quel è il sentimento che più ti ha colpito?

Non conosciamo il significato di quel telo verde che ricopriva il tuo corpo, puoi spiegarlo a noi e ai nostri lettori?

Forse, ti è stato imposto da qualcuno come segno di trattativa che ancora si deve concludere?

Anche se prematuro, quali progetti hai per il futuro? Ti piacerebbe rappresentare l’Islam anche a livello politico?

Qual è la tua squadra del cuore? E il partito?

Ciao Silvia Aisha Romano, che il tuo Dio possa darti la forza di andare avanti senza più giustificarti né preoccuparti di girarti indietro.

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