Isabella Rauti scende in campo: “Sinistra e femministe in preda a una crisi di nervi. E quante bugie sulla 194”

“Sinistra allo sbando. Da quando Giorgia Meloni è uscita vincitrice dalle elezioni politiche ed è la prima donna che ha la concreta possibilità di diventare premier, la sinistra ha fatto un cortocircuito. E non riesce ad assorbire lo smacco epocale di una leadership femminile che viene dalla destra italiana”. Così Isabella Rauti sul ritorno in piazza delle vetero femministe che preferiscono scatenarsi contro la leader di FdI e denunciare pericoli inesistenti sul campo dei diritti civili piuttosto che solidarizzare con le donne iraniane in lotta.

“Dopo anni di inattività – dice la senatrice, responsabile per le pari opportunità di FdI – tornano a protestare. Non si capisce esattamente contro chi e contro cosa. Chiedendo garanzie sull’aborto sicuro, legge che nessuno vuole cancellare ma applicare per intero”.

Fratelli d’Italia, invece, manifesta per esprimere vicinanza e solidarietà alle donne iraniane che sfidano il regime per ottenere libertà e diritti, incalza la Rauti. “Dopo la morte di Mahsa Amini, uccisa perché indossava male il velo e le spuntava una ciocca di capelli, continuano infatti le proteste in Iran. Tutto il Paese è in rivolta, le donne scendono in piazza – insieme a mariti, fratelli e fidanzati – e una militante simbolo come Hadis Najafi, è stata uccisa durante uno di questi scontri”.

Nel mirino di Isabella Rauti anche l’ultimo annuncio di Bonaccini sulla distribuzione della pillola abortiva Ru486. “Una decisione, prevista dalle sciagurate ‘Linea guida’ (2020) del ministro Speranza, che contraddice la stressa legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Che conferisce ai consultori – puntualizza la parlamentare di FdI – altre funzioni e di fatto spinge all’aborto ‘fai da te’. Lasciando sole le donne ed esponendo a maggior rischio la loro salute”.

“I consultori infatti dovrebbero accogliere le donne in difficoltà, favorire gli aspetti di prevenzione previsti dalla legge. E contribuire alla rimozione delle cause sociali ed economiche che inducono le donne a interrompere la gravidanza. Le Regioni – conclude – dovrebbero esercitare la loro competenza in materia. Cercando di aiutare le donne e le maternità difficili. Come fa, ad esempio, la Regione Piemonte che ha istituito un Fondo apposito. E  ha finanziato con 400mila euro una legge per il sostegno delle madri con gravidanze difficili”.

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