Iran, scendono in piazza davanti alla tomba di Masha Amini, la polizia carica e spara contro la folla

In diecimila a Saqqez in Iran alla manifestazione in memoria diMasha Amini. La ragazza uccisa dal regime per non aver indossato nel modo giusto il velo. Non si è fatta attendere la risposta delle Forze dell’Ordine. Che hanno aperto il fuoco contro la folla. E usato lacrimogeni per fermare la protesta. La notizia degli scontri è stata diffusa dall’agenzia iraniana Isna. In migliaia, donne e uomini, come si vede dai video condivisi online, si sono radunati nel luogo dove è sepolta la ragazza. ”Donna, vita e libertà”. Ma anche ”morte al dittatore” sono gli slogan urlati al grande raduno al cimitero di Aichi a Saqqez, nel Kurdistan iraniano.

Ierii e stato il 40esimo giorno dalla morte di Masha. Che era stata arrestata il 13 settembre dalla polizia morale di Teheran. Con l’accusa di non aver indossato correttamente il velo islamico. E proprio per oggi gli attivisti avevano fatto appello a una grande mobilitazione per ricordare la 22enne. “Abbasso i traditori” e ”il Kurdistan sarà il cimitero dei fascisti” sono altri degli slogan intonati dalla folla. Come mostrano i video condivisi dal gruppo curdo per i diritti umani Hengaw. In un altro filmato si sono visti donne e uomini sventolare foulard e gridare “Libertà, libertà, libertà”. I media statali riferiscono che le autorità hanno chiuso tutte le scuole e le università della provincia “a causa di un’ondata di influenza”.

Non è chiaro se alla manifestazione al cimitero fossero presenti anche i familiari di Masha. Secondo l’agenzia di stampa Irna la famiglia avrebbe deciso di non organizzare una cerimonia. Ma una fonte vicina ai parenti di Mahsa avrebbe smentito alla Bbc. Gli attivisti iraniani riferiscono inoltre che le autorità di Teheran avrebbero minacciato il fratello di Mahsa. Nel caso in cui si fosse svolta una cerimonia commemorativa. Ma secondo il collettivo di attivisti dell’opposizione, proteste per Mahsa si sono svolte oggi anche al Grand Bazaar di Teheran e nelle università di Teheran.

Altre fonti raccontano di una protesta di medici a Teheran contro cui la polizia ha usato lacrimogeni.  I medici stavano protestando contro la presenza delle forze di sicurezza negli ospedali in cui vengono curati i manifestanti feriti. Testimoni citati dall’agenzia Dpa hanno confermato il dispiegamento in forze della polizia a Teheran. Così come la presenza di posti di blocco lungo le principali strade della città. Molti negozi sono rimasti chiusi nel timore di disordini. Intanto il governatore del Kurdistan Esmail Zarei Koosha ha affermato che la situazione a Saqqez è calma. E ha smentito che le strade siano state chiuse alla circolazione. “Il nemico e i suoi mezzi di informazione stanno cercando di usare il 40esimo anniversario della morte di Mahsa Amini come pretesto per provocare nuove tensioni. Ma fortunatamente la situazione nella provincia è completamente stabile”, ha detto. Iran Human Rights, ong per i diritti umani con sede in Norvegia, ha denunciato che almeno 234 manifestanti, inclusi 29 bambini, sono stati uccisi dalle forze di sicurezza dall’inizio della violenta repressione.

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