Iran, in manette i giornalisti occidentali. Fanno paura. Scrivono i fatti. Operatore belga condannato a 28 anni

Arresti a raffica, in Iran, di operatori e giornalisti dei media occidentali.

Le Guardie Rivoluzionarie iraniane, in particolare, hanno arrestato alcuni membri di media occidentali che avevano ripreso video e immagini di “diverse situazioni” in Iran e li avevano inviati alle loro redazioni.

Sono state le stesse Guardie Rivoluzionarie a rendere noto, in un comunicato, il giro di vite sui media occidentali e sui loro operatori.

Le persone arrestate, che si trovano a Pardis, una città a est di Teheran, avevano, si legge nella nota, citata dall’agenzia Irna, il sostegno finanziario e di intelligence dei media occidentali.

Durante le proteste in corso da tre mesi nel Paese, sono state inviate immagini e video ai social media e alle tv dissidenti in lingua persiana all’estero.

E intanto un operatore umanitario belga, il 41enne Olivier Vandecasteele, è stato condannato a 28 anni di carcere in Iran.

Lo ha rivelato la famiglia dopo essere stata informata dal governo belga, riferisce il quotidiano le Soir.

Vandecasteele è stato arrestato il 24 febbraio e la famiglia riferisce che le accuse contro di lui “sono ancora sconosciute”.

Rinchiuso in isolamento in carcere, il cittadino belga soffre di gravi problemi di salute e non ha potuti avvalersi di un avvocato di sua scelta. Da un mese è in sciopero della fame.

Le autorità belghe contavano sul “Trattato di trasferimento delle persone condannate“, recentemente concluso con Teheran, per poter liberare Vandecasteele.

L’intesa sarebbe potuta servire anche a rimandare in patria il diplomatico iraniano Assadollah Assadicondannato a 20 anni per terrorismo nel 2021.

Ma la legge di attuazione del trattato è stata sospesa la settimana scorsa dalla Corte Costituzionale in attesa di pronunciarsi sul merito dell’intesa.

Pubblicato da edizioni24

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