Inchiesta “Il Riformista”: “2 milioni alla Casaleggio dalla Philip Morris”. L’affondo della Meloni: “Il M5S chiarisca questo schifo”

M5S e Philip Morris, Sansonetti in uno scoop sul “Riformista” indaga sui 2mln di €  versati dal big del tabacco ai grillini per “consulenze”. Il Movimento nella bufera: scoppia il caso Cinquestellopoli. Il giornale adombra il sospetto di ingenti pagamenti arrivati dalla Philip Morris alla Casaleggio Associati. Uno scandalo che scuote nelle fondamenta la casa madre dei pentastellati. Il M5s sempre più nel caos: ora i controversi duri e puri della prima ora devono difendersi dal dubbio, ammantato dall’accusa di aver ricevuto ingenti somme di denaro dal gigante del tabacco.

Una brutta gatta da pelare per gli anti-casta che, ai tempi della loro fondazione movimentista – che sembrano ormai sempre più lontani –  si sono presentati al Paese come gli integralisti anti lobby. Come quelli che, come tutti ricordano, al primo punto di statuto e programma elettorale, scendevano in campo con l’impresa di “aprire i palazzi del potere come scatolette di tonno”. Loro: gli alfieri del conflitto d’interessi, i pirati del reddito di cittadinanza alla conquista del vascello parlamentare. Tutto andato in fumo? Tra i primi a chiederselo, tra ironia e indignazione, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. La quale, in un eloquente post su Facebook, scrive e commenta: «L’ho sempre detto che il M5S era tutto fumo. Ora sembrerebbe che questo fumo fosse ben pagato dalle lobby del tabacco. Complimenti a Sansonetti per lo scoop (sfuggito alle solite trasmissioni d’inchiesta prezzolate). Aspetto i commenti dei parlamentari grillini su questo schifo».

La “bandiera” grillina della lotta al potere e alle sue ambigue commistioni con lobby e potenti di turno, a questo punto è logora. Ripiegata nel cassetto in nome di altre incombenze. E finita sotto la coltre di polveroni politici e scandali mediatici, resta ripiegata nel cassetto delle intenzioni apparentemente tradite e minacciate dal dubbio che si fa sospetto. Non bastavano le intemperanze del padre nobile del movimento. Beppe Grillo in un periodo come questo, di faide intestine e insanabili controversie di governo, sui pentastelleti incombe una nuova spada di Damocle. Quella sguainata dal direttore del Riformista, Piero Sansonetti.

Sansonetti che, in un video editoriale di ieri, annunciava per l’edizione di oggi del suo giornale: «Abbiamo scoperto che la Casaleggio Associati ha ricevuto dalla Philip Morris moltissimi soldi. Sapete che la Casaleggio è la “casa madre’” dei 5 stelle. Il luogo dove sono nati, il tempio del grillismo, e anche la cassa. Sembra che questa questione del conflitto di interessi, che è sempre stata al centro delle battaglie dei grillini, è invece un bel problema dentro casa loro». Un problema di cui il direttore del Riformista enuncia dati e svolgimento. «Abbiamo trovato pagamenti per 2 milioni di euro alla Casaleggio da parte della Philip Morris. Nello stesso periodo il Parlamento, con l’aiuto del Movimento 5 Stelle, e soprattutto da quando sono andati al governo, ha abbassato le tasse sull’acquisto delle sigarette elettroniche».

E ancora. In punta di penna, coi dati alla mano, Sansonetti infierisce, aggiungendo: «Abbassando le tasse, e di tanto, ha fatto un favore enorme alla Philip Morris (che produce le IQOS ndr). Parliamo di centinaia di milioni, forse anche miliardi. Da una parte i 5 Stelle si impegnavano per abbassare le tasse in Parlamento, dall’altra la Casaleggio, forse in forma di consulenza, incassava mese per mese decine di migliaia di euro fino a 2 milioni». La battuta sorge spontanea. E il direttore non si lascia sfuggire l’occasione di farla: «L’onestà è andata in fumo. Per anni ci hanno spiegato che l’unica cosa importante in politica è la limpidezza, l’onestà, la trasparenza. Ma qui quale trasparenza qui c’è una coltre di fumo che non finisce più. C’erano soldi che arrivavano dalle lobby, c’era conflitti di interessi».

Dunque, secondo lo scoop di Sansonetti, tutto comincia con l’impegno parlamentare grillino ad abbassare le tasse sull’acquisto delle sigarette elettroniche. Un impegno, assicurato a detta del Riformista dal M5S. Che per questo sarebbe stato «premiato» per le «consulenze», con somme fino a 2 milioni di euro. Ma cosa replicano i diretti interessati? Per ora poco o niente. A parte un flebile commento arrivato all’Adnkronos da Davide Casaleggio, che sull’articolo de Il Riformista, si limita a dire: «Leggo un ennesimo attacco a Casaleggio Associati con teorie fantasiose e ho già dato mandato ai miei legali di procedere con una querela nei confronti di chi ha diffamato me e la società». E infine aggiunge: «Affrontiamo pure il tema del conflitto di interesse, a partire dai 120 parlamentari che possiedono un’azienda e firmano leggi. Io – conclude Casaleggio sotto tiro – non firmo decreti, né voto leggi, e non ho mai fatto ingerenze». Ma il dubbio, e non solo del Riformista, regna sovrano…

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3 Risposte a “Inchiesta “Il Riformista”: “2 milioni alla Casaleggio dalla Philip Morris”. L’affondo della Meloni: “Il M5S chiarisca questo schifo””

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