Incentivato il turismo: “Per chi arriva in Italia stop a test e quarantene”

Si torna a viaggiare più liberamente in tutta l’Europa. E dal primo marzo anche per chi arriva dai paesi extra Ue non sarà più necessaria la quarantena per entrare in Italia. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato ieri l’ordinanza. Si allargano le maglie per gli spostamenti di lavoro e i viaggi di piacere. Sicuramente una buona notizia per il settore del Turismo che nei giorni scorsi aveva rilanciato l’allarme crisi, sostenuto anche dal ministro, Massimo Garavaglia. «L’allentamento delle restrizioni, prima possibile, è fondamentale. Dobbiamo fare quel che fanno gli altri Paesi. Se noi non lo facciamo, penalizziamo gli operatori e tutto il Paese, che poi paga le tasse per pagare i sostegni», l’appello di Garavaglia.

Quindi per quanto riguarda il nostro Paese dal primo marzo non si richiede più l’osservazione della quarantena, per nessun paese. Resta però la necessità del green pass per ottenere l’ingresso sul territorio nazionale: certificato di vaccinazione, certificato di guarigione o test negativo.

Si era già espresso in questa direzione il Consiglio europeo che aveva indirizzato una serie di raccomandazioni rispetto agli spostamenti nei paesi membri della Ue da applicare a partire dal primo marzo.

«Gli Stati dovrebbero autorizzare i viaggi non essenziali delle persone vaccinate con un vaccino approvato dalla Ue o dall’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS e delle persone guarite e di tutte le persone che viaggiano da un Paese che figura nell’elenco dell’Ue», avverte il Consiglio europeo che ammette eccezioni «per alcuni di questi viaggiatori» per i quali «potrebbero essere applicate misure supplementari, come i test PCR (tampone molecolare) prima del viaggio».

Si tratta, precisa Bruxelles, di raccomandazioni alle quali poi ogni stato può decidere se adeguarsi o meno. Un capitolo è dedicato ai minori tra 6 e 18 anni. Via libera se vaccinati o guariti come per gli adulti altrimenti si richiede un molecolare negativo effettuato non più di 72 ore prima della partenza. Ovviamente ogni Paese può comunque decidere se sottoporre i viaggiatori ad un ulteriore test dopo l’arrivo.

Per Bruxelles è il momento di cambiare passo e di prendere i considerazione la cancellazione dell’elenco dei Paesi a rischio. Una raccomandazione da riesaminare entro il 30 aprile valutando anche il livello di vaccinazione dei territori di provenienza. A quel punto si potrebbe ipotizzare la soppressione dell’elenco.

La possibilità di ritornare progressivamente ad una vita senza restrizioni è direttamente conseguente all’andamento della pandemia. In Italia anche il bollettino di ieri segnala un arretramento dei contagi. I nuovi casi sono 60.029, un calo del 15 per cento rispetto allo stesso giorno della settimana precedente che aveva registrato 70.852 positivi in più. Con 603.639 tamponi il tasso di positività scende per la prima volta sotto il 10 per cento dal primo gennaio: 9,9%. I decessi sono 322. Giù le terapie intensive, 32 in meno e i ricoveri ordinari, 299 in meno.

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