By Fausto Carioti
I dati che confermano il legame tra l’immigrazione incontrollata, non selezionata, e le violenze sulle donne – di ogni nazionalità commesse in Italia, sono valanga. Fatti incontrovertibili, non manipolabili dalle opinioni. Si trovano nelle banche dati dell’Istat, nei rapporti dei centri di ricerca e delle forze dell’ordine. Sono i numeri che nessuna femminista di “Non una di meno” e degli altri collettivi urlerà mai in piazza. Le evidenze che Elly Schlein ignora quando sostiene che «la violenza di genere affonda le radici nella cultura patriarcale di cui è ancora imbevuta la nostra società». Sono i dati che Repubblica nemmeno si prende la briga di controllare quando scrive che «la lotta all’immigrazione illegale non c’entra nulla con la violenza contro le donne», che «a questa destra interessa parlare di violenza contro le donne solo per prendersela con gli immigrati in nome di statistiche inesistenti». Senza citare mezza statistica «esistente» che confermi queste parole, e il motivo è chiaro.
Gli stranieri sono il 9% della popolazione residente in Italia: teniamo presente questo numero. Dinanzi a tale quota, ripetere che la maggior parte dei femminicidi e degli altri reati sulle donne è compiuta da italiani, come tanti fanno a sinistra, significa impugnare un dato reale per arrampicarsi sugli specchi. Per capire il resto, bisogna leggere le sessanta pagine del rapporto Il pregiudizio e la violenza contro le donne, diffuso ieri dal Servizio analisi criminale della Polizia.
Da gennaio a settembre del 2024 si sono contati 118 omicidi volontari con vittime donne: gran parte saranno classificati come «femminicidi». Di essi, in 29 casi il «presunto autore» risulta essere straniero. L’incidenza degli immigrati sul totale di questi reati è pari quindi al 25%: più che doppia rispetto alla loro presenza. Percentuale simile a quella registrata nel 2023: 27%. Nello sviscerare i dati sugli «atti persecutori», quelli che caratterizzano il cosiddetto “stalking”, gli analisti del Viminale evidenziano che gli immigrati risultano autori del 18% del totale di questi reati commessi nel primo semestre di quest’anno, e del 19% di quelli perpetrati nel 2023. Sempre a fronte di quel 9% che si è visto.
Peggiori sono i dati dei maltrattamenti contro familiari e conviventi nei quali la vittima è una donna: in questo caso la percentuale di autori stranieri si avvicina al 30% sia nel primo semestre del 2023 (28%) che in quello del 2024 (29%). E ancora più brutti sono i dati delle violenze sessuali commesse ai danni delle donne: la cittadinanza degli autori risulta essere straniera nel 46% dei casi accertati nei primi sei mesi del 2023 e nel 44% di quelli dello stesso periodo dell’anno in corso.
Queste tre tipologie di reati (stalking, maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenze sessuali) rappresentano i cosiddetti “reati spia”: sono chiamati così perché indicano una situazione di violenza e sottomissione sistematica – fisica e psicologica – inflitta alle donne che può degenerare in reati ancora peggiori. I loro autori risultano essere stranieri nel 28% dei casi scoperti. I responsabili si trovano soprattutto tra i romeni, cui si deve il 14% dei reati spia commessi dagli immigrati, seguiti da marocchini (13%), albanesi (9%) e tunisini (6%). Percentuali che rispecchiano solo in parte le nazionalità presenti in Italia, visto che ai piani alti di questa “classifica” non appaiono – ad esempio – cinesi e ucraini, che pure sono in numero maggiore rispetto ai tunisini.
Dati che si aggiungono a quelli sul “Codice rosso” che la Polizia ha già resi noti: nel 2023 risultano avere «presunti autori» stranieri 25 reati di «costrizione o induzione al matrimonio» su 33 (il 76%), 56 reati di «Deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso» su un totale di 128 (il 44%), 215 reati di «Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti» su 683 (il 31%), 547 violazioni del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa su 2.497 provvedimenti emessi (il 22%). L’elenco dei numeri che sono a disposizione di tutti, ma la sinistra ritiene «razzista» pubblicare, potrebbe continuare. Non si accontentano più di ritenere scorrette le idee, ora se la prendono pure con i tabulati.