“La constatazione oggettiva che le carceri sono razziste e classiste crea grande scompiglio. Forse perché si ha la coda di paglia?”: Ilaria Salis, attivista ed eurodeputata eletta con Avs a Bruxelles, lo ha scritto in un post su X, continuando a sostenere la sua linea sulle carceri. In un’altra occasione l’ex insegnante, che è stata detenuta per più di un anno in Ungheria con l’accusa di aver partecipato al pestaggio di estremisti di destra, aveva addirittura sostenuto la necessità di abolire del tutto le carceri minorili.
Invece il post pubblicato oggi, mercoledì 18 settembre, inizia così: “Visto che c’è chi è un po’ duro di comprendonio (o in malafede?), vi spiego molto semplicemente perché il sistema carcerario è razzista e classista”. E poi procede con la sua “lezione”: “A parità di reato contestato una persona italiana e benestante in galera non ci finisce, mentre una straniera e povera ci finisce eccome. Avete mai visto il rampollo italico di una buona famiglia del centro di Milano o Roma finire dietro le sbarre? Quanti sono invece i giovani delle periferie sbattuti nelle carceri sovraffollate per reati di lieve entità?”.
Infine, la promessa di continuare a occuparsi del tema: “Sul nesso tra classe, razza e sistema carcerario ho già scritto e argomentato – e continuerò a farlo -, così come lo fanno con grande professionalità associazioni, esperti, accademici e attivisti”.