“Il tradimento e le infamie nun porta lontano”. Da Morassut (Pd) poesia in romanesco contro Carlo Calenda

Gli insulti Carlo Calenda li aveva messi in conto. Ma certo non si aspettava una poesia in romanesco con la quale Roberto Morassut, storico esponente romano del Pd e deputato, lo sbeffeggia su Facebook.

Ecco il sonetto in stile Trilussa che Morassut dedica al leader di Azione: “Aveva fatto er patto co la mano/ E s’era sperticato nell’eloggio/

Aveva detto: tutti insieme annamo/ Ma j‘è bastato un giro de orologgio/Per rimangnasse er fojo e la matita”.

E la poesia così prosegue: “Aveva pure chiesto un tanto a seggio/ “Nun c’è sto più perché ormai è svanita/ L’agenda Draghi, che pe me è la Bibbia,/ Coi gruppettari in mezzo viè tradita”/Certo è na cosa che fa proprio rabbia/Co li capricci nun fai tanta strada/Quello che scrivi resta su la sabbia/C’hai un cortellino ar posto de la spada/Na cazzarola ar posto dell’elmetto/La lingua come er movimento dada//Guardatte su lo specchio te fa effetto/Te fa sentì importante ma ricorda/Che nun porta lontano er tradimento”.

I versi, ironicamente intitolati “Tanti auguri”, sormontano una foto in cui Calenda bacia Enrico Letta. E’ anche con questa immagine che Morassut vuole dare del Giuda a Carlo Calenda, come sottolineano i molti commenti al post.

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