Il Terzo polo si ferma al palo. Calenda: faremo opposizione dura ma costruttiva

Delusione Terzo polo: non solo non raggiunge l’ambito 10%, ma non supera nemmeno Forza Italia come speravano i due leader Renzi e Calenda. L’accoppiata dei “golden boys” Renzi e Calenda, che nelle intenzioni pre-elettorali avrebbero dovuto sfiorare il 10% e surclassare Forza Italia nel cuore centrista degli italiani, manca l’obiettivo: alla Camera, a spoglio in dirittura d’arrivo con 58.179 sezioni scrutinate su 61.417. Con il centrodestra al 44,14%. Il centrosinistra al 26,37% e il M5S al 15,05%, la performance di Azione-Iv si ferma al 7,74%. E persino nella sfida più attesa, annunciata come un derby interno al centrosinistra, tra Calenda e Emma Bonino per il seggio al Senato, alla fine a vincere è stata l’outsider di centrodestra, Lavinia Mennuni, che a Roma centro ha strappato lo scranno ai due competitor.

Insomma, dopo una campagna elettorale da autoproclamato “terzo polo”, le urne stanno chiaramente dicendo che la coalizione Renzi-Calenda è al massimo il “quarto polo”… e a debito distacco dai primi tre. Nel quartier generale di Roma, all’Hotel Mediterraneo, la parola d’ordine è “prudenza”. In realtà, però, l’aria è quella di dismissione. L’atmosfera è dimessa e nei corridoi si parla di cauto rinvio per quel che concerne commenti, analisi e recriminazioni. Si sorride poco, e a mezza bocca. Nonostante ieri, all’inizio di una lunga nottata elettorale che ha tenuto tutti col fiato sospeso, Maria Elena Boschi (capogruppo di Italia Viva) conceda un collegamento a Bruno Vespa dal comitato elettorale del Terzo Polo per dire: «Come Italia Viva e Azione siamo molto soddisfatti, mi pare che gli sconfitti siano Letta e Salvini questa volta»…

Nel frattempo, Renzi e Calenda missing in action, tacciono fino a stamattina, quando Carlo Calenda rompe il silenzio e dichiara: «L’obiettivo di fermare la destra e andare avanti con Draghi non è stato raggiunto. Sentiamo in primo luogo il dovere di ringraziare il Presidente Del Consiglio per il lavoro svolto a servizio del paese. Così come ringraziamo i quasi due milioni di cittadini che hanno deciso di votare una lista nata a ridosso delle elezioni. Gli italiani hanno scelto di dare una solida maggioranza alla destra sovranista. Consideriamo questa prospettiva pericolosa e incerta. Vedremo se la Meloni sarà capace di governare; noi faremo un’opposizione dura ma costruttiva».

E ancora: «Nei prossimi mesi si consolideranno tre schieramenti: la destra al Governo; una sinistra sempre più populista che nascerà dalla risaldatura tra PD e 5S, e il nostro polo riformista… Con quasi l’8% dei consensi partiamo da solide basi. Avvieremo subito un cantiere affinché questo processo sia ampio e partecipato». Obiettivi, ancora obiettivi, tutti da raggiungere. In compenso, per Renzi e Calenda parlano i risultati acquisiti: che se nelle intenzioni di voto annunciate da Calenda, supportato da Renzi, dovevano riassumersi in una doppia cifra (il leader di Azione dopo i risultati delle Comunali sperava almeno nel 10%). Ma che alla fine si risolvono nel non superare Forza Italia come speravano i due leader, nonostante l’apporto di Gelmini e Carfagna in Lombardia e Campania.

L’ex ministro ha seguito lo spoglio in famiglia, dalla sua casa di Roma, disertando il comitato riunito nell’hotel Mediterraneo a Roma. E rimandando a oggi la rituale conferenza stampa di commento. Quanto a Matteo Renzi, è in Giappone per partecipare ai funerali di Stato dell’ex premier Shinzo Abe, assassinato lo scorso 8 luglio. In linea con un atteggiamento in secondo piano, il numero uno di Iv si tiene in disparte, come ha fatto un po’ in tutta la campagna elettorale, lasciando il primo piano al collega Calenda. PerchPé alla fine la beffa è doppia: se il 10% sperato non si è realizzato, il duo non può dire nemmeno di aver segnato un sorpasso deciso del partito di Silvio Berlusconi, anzi…

A spoglio praticamente ultimato, il risultato del Terzo Polo ricalca quello che i sondaggi accreditavano prima del silenzio elettorale. Che poi, alla fine dei conti, tirando le somme è quello che attribuisce alla coppia di Azione e Italia Viva qualcosina in più dell’addizione dei rispettivi consensi. Ora sarà difficile per la coppia dei presunti “golden boyriprendere il dialogo a sinistra dopo la clamorosa rottura consumatasi tra il numero uno di Azione e Enrico Letta, diventata sempre più una frattura al limite dell’insanabile. E la domanda che tutti si stanno ponendo in queste ore è soprattutto una: il patto tra Renzi e Calenda terrà? Quindi, subito dopo: per quanto ancora?

Pubblicato da edizioni24

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