Il punto di Daniele sull’Europa: “Per carità, è senza guida. Campano alla giornata, non hanno una visione comune e ci vogliono pure fare la morale”

By Gaetano Daniele

Mi sono sempre posto una domanda: a che cazzo serve la comunità Europea? Ad un emerito cazzo! Personaggi mancanti catapultati a dirigere una missione nella quale non hanno la più pallida visione. Finanziatori con i nostri soldi di merluzzI e tonni. Senza un Esercito. Pronti a dare solidarietà a Paesi in difficoltà, come l’Ucraina, inviando loro armi di distruzione di mani. Armi della prima guerra mondiale che rifiuterebbero anche i somali. Meglio la cerbottana.

È impressionante che nessuno dei soloni al comando abbia previsto la crisi in atto, paragonabile a quella del 29. Questa è una crisi della globalizzazione. Ma il problema è che i globalisti sono ancora al loro posto. Gestiscono la crisi dopo averla creata. E per giunta continuano a impartirci lezioni. È impressionante pensare che esattamente un anno fa, i leader si facevano immortalare trionfanti al G20 di Roma. Non è passato neanche un anno, e quegli stessi leader oggi dipingono un quadro drammatica. Ma dov’erano prima?.

Insomma in Europa, non c’è una guida. E se c’è, è retroattiva. Si accorge della realtà solo fuori tempo. Quando gli è già crollata addosso. Raramente nella storia c’è stata una squadratura così profonda tra realtà e politica. Una così impressionante assenza di leadership. Su tutto svetta la mancanza di decisione e le divisioni interne. Drammaticamente evidenti sulla crisi del gas e il sostegno alle famiglie. Ed è impossibile imporre alla Russia un tetto al prezzo del suo gas. È come pensare di spaventare un leone infilandogli la testa in bocca. Sarebbe infantile sperare che Putin ceda di fronte a un tetto del prezzo del gas. Che così congegnato somiglierebbe a una sanzione politica.

E festeggiamo anche la controffensiva dell’Ucraina. Come cazzo si fa a credere che la Russia sia scappata con la baionetta tra le gambe? Ma festeggiamo: urra’. Il nemico è fuggito. Non fosse altro che una miglioria della morte. Della nostra economia.

Si continua a fingere un consenso politico che non esiste. E sul lato tecnico servivano dei piani pensati per tempo. Chi immagina tasse comunitarie si troverà davanti il muro dell’Olanda. In un sistema in cui l’unanimità è diventata una camicia di forza. Draghi poi, ha bluffato. Questo governo si è presentato con un programma molto ambizioso. Dicevano di ispirarsi a Cavour, per le riforme, e a De Gasperi per l’unità nazionale. Ma De Gasperi con l’unità nazionale non c’entrava nulla. Visto che cacciò i comunisti dalla maggioranza. Per quanto riguarda Cavour, io le riforme giuste non le ho viste. Viceversa ho visto solo una rincorsa al partitino familistico formato famiglia, alla Di Maio: “tengo famiglia”. Anzi no. Chissà se la sua compagna dopo il totale fallimento delle urne non gli volti pure le spalle come fece Filomena la brasiliana: “finito soldi e potere finito amore”.

Però abbiamo 2,7 chilometri di decreti, 25 campi da calcio, in soli diciassette mesi di vita. E il mitico decisionismo dell’ex governatore della Bce? La finanziaria dell’anno scorso era piena di scostamenti di bilancio. Nel nome della collaborazione tra Parlamento e governo. Questo fino all’elezione per il Quirinale: da lì in poi si instaura una linea vendicativa, che proibisce gli scostamenti. Roba da pesci presi con la botta.

Fallimentare anche la politica fiscale. Una partita di raggiro stile Vanna Marchi. In Italia paghiamo le tasse sulle tasse. In pratica è stata inventata l’imposta sugli aumenti. In contesti straordinari come quelli che stiamo vivendo, sarebbe più ragionevole eliminare alla radice queste imposte. Piuttosto che tassare e poi parzialmente restituire. E non a tutti. Per intenderci.

Letta abbaia sugli spread che superavano 500 dell’autunno 2011. Per me fa fede Draghi. Che fino ad aprile di quell’anno disse che la gestione pubblica era stata prudente. Letta  non ricorda che lo spread volò a 537 nel luglio successivo, con il governo Monti da lui patrocinato. Oggi il segretario Pd dovrebbe rileggere Einstein, che nel pieno della crisi del 29 disse: la soluzione non può essere trovata da chi i problemi li ha creati, e cioè da Letta, PD edi Europeisti.

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