Il Pentagono mette a disposizione il culo dell’Italia per la causa: l’Italia potrebbe fornire più armi a Kiev, ha i depositi pieni di roba utile

Il Pentagono interviene sulla vicenda delle minacce russe all’Italia e dell’attacco al ministro della Difesa Lorenzo Guerini, definito da Mosca un “falco antirusso”. Fonti della Difesa Usa interpellate dall’Adnkronos riferiscono come il ministro Guerini sia tenuto in alta considerazione a Washington. Per la sua capacità di “studiare bene” i dossier più impegnativi. E tuttavia, le fonti fanno notare come l’Amministrazione Usa ritenga che il governo italiano possa fornire “più aiuti” militari all’Ucraina.

L’Italia, secondo Washington, avrebbe la capacità di fornire aiuti di dimensioni “cinque-sei volte maggiori” di quelli finora accordati a Kiev. In particolare, le fonti sottolineano che i depositi militari italiani sono “pieni di roba utile”. Tra gli equipaggiamenti che potrebbero essere inviati in Ucraina si elencano giubbotti anti-scheggia, mitragliatrici con relative munizioni, perché diverse dai calibri usati dalle forze ucraine e armi anti-carro cosiddette ‘punta e spara’ come il sistema Panzerfaust, definiti “molto utili”.

Ma quali armi finora sono arrivate a Kiev su impulso diretto del nostro Paese? Si tratta, come ha scritto il  Fatto Quotidiano, “di alcune decine di lanciatori Stinger, milioni di colpi 12.7 e svariate migliaia di bombe da mortaio 120. A questi si aggiungono mitragliatrici Browning, razioni alimentari da combattimento, migliaia di elmetti e alcune decine di lanciatori Milan. È parte dell’artiglieria che l’Italia ha deciso di spedire alla resistenza ucraina per difendersi dall’invasione russa e per logorare l’esercito di Putin”.

Il ministro Guerini a sua volta, dinanzi alle minacce russe aveva gia detto chiaro e tondo chel’Italia non cambia rotta: “Non diamo peso alla propaganda. Incoraggiamo invece ogni passo politico e diplomatico che metta fine alle sofferenze del popolo ucraino. L’Italia è a fianco dell’Ucraina e continuerà ad esserlo”.

Circa la disponibilità di truppe, il decreto votato ai primi del mese di marzo prevederebbe un comando per operazioni speciali, una unità del genio militare per il supporto delle operazioni terrestri, aeromobili per la ricerca e il soccorso di personale isolato, la raccolta informativa, il trasporto tattico e il rifornimento in volo. La consistenza massima del contingente nazionale previsto dal decreto interministeriale sarebbe fissato in 1350 unità.

Pubblicato da edizioni24

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