Il governo parte col turbo: è già al lavoro sul caro-bollette: proroga agli aiuti a famiglie e imprese

Neanche il tempo di metabolizzare i nuovi incarichi che il governo Meloni è già al lavoro sui primi dossier a partire da quello energetico. D’altro canto l’ordine del Presidente del Consiglio è stato da fin subito di agire con rapidità per dare risposte agli italiani sui temi di più stretta attualità e il caro bollette è in cima alle priorità dell’esecutivo.

A testimoniare l’attenzione all’ambito energetico, arriva la nomina al primo Cdm di Roberto Cingolani a consigliere di Palazzo Chigi: «Occorre terminare il lavoro sul price cap e sul rigassificatore». Aggiunge Cingolani: «Sarò consigliere di Meloni in materia energetica. C’è da finire tutto il lavoro sul tetto al prezzo del gas, che è stato sì approvato, ma ora bisogna lavorare su termini e condizioni». Si tratta di una nomina che testimonia sull’energia una linea comune con l’azione intrapresa anche in Europa dal governo Draghi. La collaborazione con il precedente esecutivo sul dossier energetico è confermata dalle parole del Ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida: «Giorgia Meloni ancora prima di diventare presidente del Consiglio ha avuto modo di trattare la questione energetica con il presidente Draghi in una azione comune».

È già al lavoro il neoministro dell’Ambiente Picchetto per mettere in campo le prime azioni per contrastare il caro bollette: «C’è l’impegno a dare le soluzioni». Una delle prime misure che il nuovo governo dovrà intraprendere sarà quella di prorogare fino alla fine dell’anno gli aiuti in scadenza a famiglie e imprese, per farlo potrebbe arrivare un maxi-emendamento al decreto Aiuti ter ma gli occhi sono puntati sul Primo decreto Meloni. Il nodo è di carattere finanziario e dove reperire le risorse, il governo Draghi ha speso circa 20 miliardi di euro a trimestre per fronteggiare il caro energia e al nuovo governo potrebbe servire una cifra analoga se non addirittura pari a 30/35 miliardi.

Tra le misure più urgenti c’è l’estensione del taglio dell’Iva al 5% e l’abbattimento degli oneri di sistema sulle bollette, occorre poi prorogare fino a fine anno il tax credit alle imprese energivore che hanno registrato aumenti dei costi energetici almeno del 30% rispetto al 2019 e del 40% per le aziende non energivore. Tra le ipotesi che circolano c’è una moratoria per le bollette non pagate di almeno sei mesi mentre si valuta un aumento della soglia Isee per i bonus gas e luce che, senza un intervento, tornerebbe a 8000 euro rispetto ai 12.000 attuali. Inoltre occorre rinnovare il bonus di 150 euro per i redditi più poveri ma la volontà del premier è quella, compatibilmente con i vincoli di bilancio, di dare un segnale forte rispetto a quanto già fatto fino ad ora. Intanto sul fronte energetico si apre una settimana molto importante in Europa con il Consiglio energia di domani e la presentazione da parte del commissario dell’Energia Simson dell’ultimo pacchetto di misure in commissione industria al Parlamento Ue.

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