Il Fatto caccia l’artiglieria pesante e schiera Scanzi e Lucarelli in difesa di Ciro Grillo

In prima pagina Selvaggia Lucarelli, all’interno Andrea Scanzi, che fa il suo ritorno sul Fatto quotidiano dopo la figura barbina sul vaccino fatto in anticipo sugli altri. Il giornale di Marco Travaglio schiera le sue penne più mediatiche nella campagna per Ciro Grillo. Un garantismo sconosciuto per il quotidiano che ha sempre fatto delle requisitorie dei pm il suo core business.

“Chi, Ciro?”, gridava Sandra Milo in diretta in un’epica sequenza che Blob ha consegnato alla storia tv. Quel Ciro, il figlio di Sandra Milo, emblema del tarocco televisivo, a distanza di 40 anni  incarna la versione 4.0 di quel taroccamento.

Andrea Scanzi ha scoperto i nemici del caso Grillo. Salvini, che viene messo come il prezzemolo in ogni ministra. L’avvocato Giulia Bongiorno. «Non esiste però al mondo che una parlamentare possa continuare a esercitare la professione di avvocato. È un cortocircuito inverecondo. Vale per qualsiasi parlamentare e partito, ma vale ancora di più se sei una parlamentare (nonché ex ministro) di peso della Lega, un’avvocatessa di grido e – contemporaneamente! – difendi la presunta vittima del figlio di uno dei tuoi più grandi nemici politici». L’AstraZeneca deve avere gravi effetti sulla memoria, se Scanzi non ricorda quanti parlamentari avvocati nella storia repubblicana hanno esercitato la loro attività senza che nessuno abbia mai obiettato nulla.

Scanzi, neanche a dirlo si è anche scoperto garantista sfrenato. «Sarà la magistratura ad appurare la verità. Non certo noi. Invidio (si fa per dire) quelli che sono convinti che Ciro Grillo sia innocente a prescindere in quanto “figlio dell’Elevato”. E quelli che garantiscono che Ciro Grillo sia Ted Bundy in quanto “figlio di quello stronzo del fondatore dei 5 Stelle”. Viviamo nel Paese dei tifosi, e il tifo è un cancro che corrode anima e pelle». Lo dice proprio lui che sulla tifoseria ha costruito una carriera.

Il pezzo di Scanzi finisce con un attacco contro Massimo Giletti, il nuovo nemico del Fatto quotidiano. E, tutto a dedicato al conduttore de La7, è l’articolo di Selvaggia Lucarelli. La collaboratrice del Fatto, che quando deve scrivere contro Grillo è costretta a traslocare su Tpi, oggi ha avuto la prima pagina a disposizione per ricoprire di insulti l’odiato Giletti. E la blogger fa una vivisezione della trasmissione Non è l’Arena dedicando ampio spazio ai lapsus in diretta di Giletti che dice Buonafede anziché Bonafede e dice soccorso rosso anziché “Codice rosso”, legge a tutela delle donne vittime di violenza. Per la giurata di Ballando con le stelle, che di strafalcioni ne ha detti e ne dice a iosa, accuse un po’ leggerine.

Scanzi e Lucarelli sono ritornati più agguerriti che mai. Ma come avvocati difensori funzionano poco. Erano molto più convincenti quando negavano il Covid e andavano al ristorante cinese.

Pubblicato da edizioni24

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