Il fallito di sinistra, sempre bocciato dai caivanesi, oggi sogna la vittoria: un libro dei sogni in cambio della vittoria?

Lo definiamo il fallito della politica caivanese, perché non ha mai convinto i caivanesi. Infatti non è mai riuscito a diventare Sindaco. Sempre bocciato dal Popolo caivanese. Enzo Falco, oggi ha la possibilità di passare alla storia come il nuovo sindaco di Caivano, grazie al suo libro dei sogni. Anche se crediamo che i caivamesi non siano così ingenui da affidarsi ad un politico bocciato a più riprese nel corso degli anni. La sinistra ha fallito perché ha abbandonato a se stessa quella che un tempo si chiamava la “classe operaia“. Quest’ultima non è andata in paradiso ma sopravvive nelle periferie urbane covando risentimenti che sfociano spesso nel voto cosiddetto “populista”.

Lo scriviamo a giochi fatti onde evitare strumentalizzazioni. Infatti, il grosso è fatto. Mancano pochi minuti alla chiusura dei seggi.

Ma i falliti di sinistra, se non sognano più la rivoluzione del proletariato, si sono invaghiti di un’altra mitologia, non meno subdola e pericolosa del comunismo realizzato. Infatti non guarda più alle fasce più deboli, agli operai, agli ultimi, ma alle grandi opere. Quelle? tra le altre, irrealizzabili, come la metropolitana, il Palazzetto dello Sport, e perché no, Babbo Natale in sella alle sue renne consegnando regali a destra e a sinistra.

La sinistra ha fallito, e per vincere ha bisogno di allearsi con i nemici storici e di sempre, come il M5s e Italia Viva, che tra un udienza e l’altra in Tribunale per difendersi e accusarsi a vicenda per diffamazione, devono poi, una volta usciti dalle aule di tribunale, trovare il tempo di scrivere una legge che tuteli i cittadini. Può mai essere?

Difatti, la  sinistra come categoria politica, su questioni cruciali presenta contrapposizioni irriducibili rispetto alla destra: il legame con la tradizione, la concezione della storia, l’egualitarismo, il concetto di Patria e famiglia.

Oggi è possibile definire l’operato della sinistra rifacendosi alla favola di Fedro sul lupo e sull’agnello: come il lupo la sinistra accusa la destra di intorbidare le acque perché in realtà vuole l’eliminazione dell’avversario verso il quale nutre un odio profondo e radicato. Al tempo stesso ha sostituito la classe operaia con le moltitudini di migranti che premono sui confini delle nazioni europee, con i gay discriminati, con l’ambiente vessato dall’uomo bianco. Si veda in Italia la spina acquiescenza al verbo di Carola Rackete e di Greta Thunberg.

L’obiettivo è la costruzione di un utopistico Impero del Bene privo di confini e di specificità nazionali dove non è tollerata alcuna forma di dissenso e dove si professa la sola religione dei diritti umani universali. Ne consegue che le nazioni vanno “gettate nella pattumiera della storia in nome del diritto globale“.

E’ sul piano culturale, dunque, attraverso il politicamente corretto, che la sinistra conduce le sue battaglie più capillari e invasive con lo scopo di far parlare a tutti i popoli la neolingua che rispecchia valori falsificati e moralismi intolleranti. Chi si oppone è nemico dell’umanità e della ragione. Ma se tutto questo vale a livello di opinioni dominanti, tutta la tiritera non serve a far sì che la sinistra guadagni il consenso della maggioranza elettorale. Dunque il fallito di sinistra perde nelle urne ma vince la battaglia culturale. Almeno fino a quando una destra culturalmente attrezzata non riuscirà a porre fine al monopolio del catechismo progressista. Con la speranza che Caivano respinga, una volta per tutte, una sinistra unita da un unico collante, le poltrone ed il potere.

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