Il consiglio di ith24 ai giovani d’oggi: “fate sempre attenzione a chi mandate la vostra richiesta di amicizia su Facebook, dietro un profilo “apparentemente” normale può nascondersi uno spacciatore: “Ciao, il mio ex marito è un disonesto….., ci vediamo? Ti aspetto li…”

By Francesco Matrone

Ai tempi dei Social Network: Facebook e Twitter, bisogna fare sempre molta attenzione a chi si manda la propria richiesta di amicizia. Soprattutto dopo una separazione.

Le separazioni sono toste da digerire, è vero. E la paura di rimanere sole, di cadere in quella fottuta solitudine, a volte, può indurci a commettere degli errori. Anche gravi. Come è accaduto a Tiziana (nome di fantasia), che durante il suo percorso matrimoniale si è affida a Facebook. Trova. Poi cambia ancora contatti. Fino a trovare quello che secondo lei è la persona giusta. Per Tiziana si rivela essere una vera e propria dipendenza: inizia così la sua ascesa sui social network. Cambia numero e telefono per paura di essere controllata, e cerca la sua privacy. Il suo intimo. Anche se all’inizio, nel suo incoscio lo fa per far ingelosire il marito. Metterlo in competizione. Ma poi ne rimane vittima inconsapevole. Anche perché il marito (Assiste), l’ha totalmente rimossa da ogni affetto. Di solito si dice che per buttarsi alle spalle una vecchia relazione bisogna subito entrarne in un’altra. Non siamo di questo avviso, è una questione di punti di vista. Anche perché si è confusi, e non sempre quado si è dentro una relazione matrimoniale o si esce da poco dalla stessa, si è lucidi ed in grado di capire quello che realmente si vuole. Ammenoché non si è alla sola ricerca di sesso, e questo è un altro discorso. E quando non si ha un carattere forte alle spalle, è facile cadere nella trappola di chi dietro un fisico mozzafiato ed una bella moto, o dietro un lavoro apparentemente umile, nasconde un passato tormentato, fatto di spaccio o inchieste varie. Poi ai voglia a correre ai ripari, è tardi. E mica lo sventolano ai 4 venti? Anzi. Meglio affidarsi alle amicizie o alle presentazioni dirette, ad esempio di una sorella.

Tiziana è una ragazza fragile, con un passato faniliare tormentato. Vive una relazione matrimoniale difficile. Ella, vorrebbe una vita normale: un nuovo fidanzato, un lavoro, la normalità. Ma sbaglia tutto. Si affida a falsi miti e rincorre consigli sbagliati, permissivi, del tipo: “vai vai, qui si muore, tu sei giovane”. Le solite frasi preconfezionate senza senso. Non curanti che dietro questa mentalità i problemi, prima o poi ritornano triplicati.

Ma lei, non curante, va. Non ha paura. Non teme: chissenefrega, qui si muore, appunto. Speriamo di vecchiaia e non per mano di uno spacciatore o di Covid.

Una voce giunge all’ex marito che con Tiziana non ha più nulla a che spartire, se non una figlia da tutelare.

Hanno una giudiziale in corso per l’affidamento della figlia. Non rimane sorpreso. Del resto ognuno è libero di disporre della propria vita come crede. Siamo in denocrazia. Anche se in democrazia due asini valgono più di un Cavallo di razza. Le uniche preoccupazioni dell’ex marito sono rivolte alla figlia. Ma cosa può? Vede, osserva, ascolta. Ha occhi ed orecchie ovunque. La figlia vale più della sua stessa vita.

Tiziana cerca di seguire il consiglio dei suoi legali di stare calma, soprattutto in prossimità del ricorso. Anche perché la bambina sarà ascoltata e si teme il peggio. Ma Tiziana non resiste. Arriva finanche ad affidarsi ad una fattucchiera; inizia a fare il doppio gioco. Cerca di confondere le idee. Insabbia, ma non ci riesce. Combatte contro “i mulini al vento”. Per Tiziana bastava poco per avere una vita normale, dire la verità. Ma non ce la fa. Ormai è dentro fino al collo. Per lei è più facile navigare nella menzogna che liberarsi dei suoi scheletri nell’armadio.

Durante una delle tante udienze emerge un profilo di Tiziana completamente differente: manipolatrice di poco conto, falsa, bugiarda, disposta a tutto pur di raggiungere i propri scopi. Il presidente del Tribunale che ha in mano il ricorso, dopo aver appreso gli audio, i video, le foto e dopo aver analizzato,insieme alle assistenti sociali il quadro sottoposto dall’ex marito, senza esitazioni, ne descrivono una personalità totalmente disturbata al punto da concedere l’affidamento della figlia al papà.

Per Tiziana la legge ha sbagliato: è corrotta. Lei, su Facebook, cercava solo una figura forte che potesse proteggerla e non apportarle ulteriori delusioni al punto da trasformarla in una donna violenta e mistificatrice.

Ora fa i servizi su commissione da un fratello e da una donna di mezza età. Tiziana ha perso tutto. Oggi vede sua figlia due giorni a settimana accompagnata dal suo ex marito.

Prima di mandare la vostra richiesta di amicizia a qualcuno o di inviarne il vostro numero di cellulare nuovo o quello di un vostro familiare, verifucate bene chi si cela dietro quel profilo. Potrebbe essere un delinquente e spingervi a fare cose che col tempo potreste pentirvi.

(La storia, di fantasia, mira a sensibilizzare e a responsabilizzare uomini e donna all’uso corretto dei social network).

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