Il City fa poker contro il Real 4-0 e vola in finale di Champions

Il Manchester City di Guardiola spazza via il Real Madrid di Ancelotti nel ritorno dell’altra semifinale di Champions: 4-0 senza appello, con le reti di Bernardo Silva (doppietta), l’autogol di Militao e l’ultimo sigillo di Alvarez. Monumentale la prestazione dei Citizens, mai davvero in partita il Madrid.

Ancelotti srotola il consueto 4-3-3 sul campo: tridente pesante davanti, con Vinicius, Benzema e Rodrygo. Dietro Militao scalza Rudiger e Camavinga, pur non al top, giostra ancora da terzino sinistro. Pep prova a incartare i blancos con l’eclettico 3-2-4-1 di sempre: zero punti di riferimento, Rodri a gestire davanti alla difesa, Haaland davanti ad una flotta di letali suggeritori.

Preme subito forte sul pedale dell’ambizione il City. Soltanto nei primi 10′ Haaland salta Courtois, ma poi finisce lo spazio, mentre Rodri calcia di poco a lato. Due minuti dopo è Stones a far partire un siluro, che si impenna di un metro sopra la traversa. L’anticamera di un dominio evidente nella prima frazione. Al 13′ Grealish ricama per Haaland che gira di testa in area, ma Courtois compie un miracolo. Possesso palla a tratti imbarazzante per i Citizens. Il Real è ingolfato e smarrisce il pallone non appena prova ad uscire, frastornato dal furente pressing dei ragazzi in maglia celeste. Il gol è solo questione di tempo. Al 23′ De Bruyne imbuca per Bernardo Silva, che solo davanti al portiere calcia forte sul primo palo e la sblocca. Modric e compagni tentano di ricomporsi, ma Haaland lambisce il raddoppio con una botta a fil di palo. Ora Ancelotti si alza dalla panchina. Rumina nervosamente una gomma. Sopracciglio inarcato come raramente accade. I suoi intanto si scuotono. Prendono campo mentre il City rifiata. E fanno vibrare la traversa di Ederson con un bolide di Kroos calciato direttamente da casa. Proprio nel momento della reazione però arriva la mazzata: Grealish pesca Gundogan che va al tiro, Courtois respinge ma Bernardo, ancora lui, devia di testa sotto l’incrocio. Impazzisce l’Etihad. Gongola Guardiola. C’è ancora tempo per altre due occasioni del City, prima con Grealish – che fallisce un controllo placido a due passi dalla porta – poi con Akanj, la cui conclusione viene deviata in extremis da Militao. Predominio totale dei Citizens.

Nessun cambio nella ripresa. Quel che pare modificarsi è però l’atteggiamento in campo delle merengues. Più alti, più decisi, più fluidi nel palleggio. Ci prova subito Alaba, con un piazzato indirizzato all’incrocio, ma Ederson disinnesca. Ora il City vive un raro momento di tensione: Guardiola litiga con De Bruyne e Rodri si becca un giallo. Adesso il possesso palla pende tutto dalla parte di Valverde e compagni e il Man City sembra più frenetico. La transitoria supremazia del Real però non produce pericoli degni di nota. Anzi, al 60′ gli uomini di Ancelotti rischiano di imbarcare il tris, quando Carvajal non riesce a spazzare un pallone che giunge a Gundogan in area, ma il centrocampista non ne approfitta. Citizens con il piede alzato, ma rischiano comunque di segnare ancora. Ad esempio con Haaland, che vede Courtois respingere una sua botta sulla traversa al 75′. Ora la reazione del Real si diluisce, anche se Ederson disinnesca due conclusioni ravvicinate di Ceballos e Benzema. E il terzo gol si materializza. Punizione di De Bruyne al 76′, sfortunatamente deviata da Militao nella propria porta. Ora sì, il Madrid depone le armi. Ma Alvarez, insensibile, entra e segna il quarto su assist di Foden. Punizione terrificante per Ancelotti. Troppo City questa sera e in assoluto, questa stagione. L’Inter è avvertita. Per spuntarla il 10 giugno contro questi qua servirà una prestazione sontuosa.

Pubblicato da edizioni24

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