“Il centro dei sette nani non esiste, alla larga”: Rotondi granitico distrugge l’area centrista

“Il centro dei sette nani non esiste…”. Non usa perifrasi Gianfranco Rotondi,democristiano doc che di ‘centro’ ne capisce e non da oggi visto che ne ha sempre fatto parte:  va in controtendenza e boccia tutte le “grandi manovre” che coinvolgono i moderati di centrodestra e non solo. A cominciare dal progetto di unafederazione Toti-Renzi. Idea che dopo i balletti del voto Quirinale hanno ripreso slancio; ipotesi e tentazioni mai sopite verso la ricostruzione dei un grande centro da parte di chi aspira a ricoprire il ruolo eterno di ago della bilancia. Ed è qui che la critica di Rotondi si fa irridente, corrosiva sull’ipotetica nascita di un contenutore dal nome “Italia al centro”. E’ una questione di numeri e proporzioni.

‘Ne abbiamo fatte dieci negli anni di federazioni e roba del genere: e la cifra elettorale è sempre stata preceduta da uno zero e da una virgola“. Taglia corto il deputato di Forza Italia, uno dei vicecapogruppo di Paolo Barelli alla Camera. Sempre con il dono della sincerità. ”Alla larga da queste operazioni di centro di cui parlano i giornalisti in Transatlantico -avverte durante una chiacchierata con l’Adnkronos-. “Se vuoi mantenere una rappresentatività, devi rapportarti alle cose che esistono nel Paese e non a quelle di cui parlano i cronisti di Palazzo…”.

Allora qual è la soluzione per uscire dall’impasse attuale in cui sono finiti i partiti? Usciti tutti ammaccati dalla partita sul Colle, con coalizioni tutte da ricostruire e da ripensare ? Sulle ricette, sulla proposta per il futuro del cantiere centrista  Rotondi fa un po’ la Sibilla cumana. Il cammino è ancora lungo. Allo stato attuale delle cose e delle forze numeriche per ora irrisorie dei “centrini” troppa acqua deve ancora passare sotto i ponti… : ”Occorre lavorare alla costruzione del partito di massa, che vincerà le prossime elezioni”, replica. Certo, ma con chi? ”Se lo sapessi… Ma ora è presto, si vedrà e capirà quando le elezioni politiche saranno più vicine”, ribatte Rotondi che insiste però su un punto, i numeri, il consenso in seno al Paese: ”C’è bisogno di una forza di massa, anche una lista, se non un partito di massa, che rappresenti l’opinione prevalente del Paese, parta dal 30% per arrivare preferibilmente al 51%...”. Il che è un cammino da costruire in vista delle prossime elezioni politiche, lontante ma non lontanissime. Rotondi dal suo profilo twitter rimanda a un retroscena su Affaritaliani.it, che pone le basi per un lista/rassemblement centrista che dovrebbe correre autonomamente alle prossime Politiche.

Non solo Toti e Renzi, ma anche Brugnaro, sindaco di Venezia, alcuni elementi di Forza Italia. Il presidente della Fondazione Dc e leader di ‘Verde è Popolare’ invita tutti a prendersi una pausa di riflessione politica. Da buon democristiano non usa parole a caso: ”Si chiama decantazione, la consigliano gli esperti di vino. Bisogna trovare un contenitore nuovo e abbandonare le bottiglie vecchie….“. In ogni caso, assicura, non si può fare a meno del Cav: ”Berlusconi è il fuoriclasse e anche nella costruzione di una novità epocale lui apparirà sempre come il più nuovo”. Consigli a Salvini? ”Non sono così autorevole per dargli consigli”, risponde Rotondi per poi aggiungere: ”So solo che porterò il mio granello di sabbia alla costruzione di quello che Aznar chiamava la nuova maggioranza, quando vinse le elezioni spagnole grazie allo slogan: ‘ Votate la nuova mayoría…”.

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