Il Cardinale Zuppi: “Guardo a Meloni premier con rispetto, l’opposizione lasci stare il fascismo…”

Da piazza Sant’Egidio alla Garbatella, sono meno di 7 chilometri, a Roma sono poche fermate di bus. Da sempre vicini nella toponomastica, Matteo Zuppi, il cardinale romano oggi presidente della Cei, e Giorgia Meloni, premier in pectore, non sono mai stati troppo distanti, nonostante la narrazione che fa comodo alla sinistra.

In un’intervista a La Stampa, il presidente della Cei conferma la posizione fiduciosa della Chiesa italiana nei confronti della prima presidente del Consiglio della storia. Oltretevere si guarda con fiducia a Giorgia Meloni.  Domenico Agasso, giovane vaticanista de La Stampa, nipote dell’omonima firma del giornalismo cattolico, esordisce chiedendo al cardinale Zuppi: “Una parte della galassia cattolica è in ansia perché varie sue posizioni non sono in linea con la Dottrina sociale della Chiesa”. Prospettiva singolare, perché Fratelli d’Italia, al contrario, ha presentato il programma più vicino alla Dottrina sociale della Chiesa. Non a caso, durante la campagna elettorale, il centrodestra è finito più volte sotto attacco (anche de La Stampa) per questa vicinanza. Se poi pensate che l’alternativa era il centrosinistra la domanda appare ancora più surreale. Fratoianni, Bonino e Cirinnà quanto sarebbero stati in linea con la dottrina sociale della Chiesa? Ma questo Zuppi, per carità cristiana, non lo dice all’intervistatore.

“Mi auguro che coloro che avranno l’onere e l’onore di governare sappiano esserne all’altezza. Va detto che in questo periodo sarebbe difficile per chiunque”. E’ quanto ha sottolineato, in una intervista a La Stampa, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei. Che esprime un’apertura di credito a Giorgia Meloni dicendo di porsi nei confronti della probabile prima premier donna d’Italia “con rispetto, come per chiunque eserciti questo altissimo compito. È un momento difficile per tutti. Richiede una discussione consapevole. Anche la necessaria dialettica tra maggioranza e opposizione non può non tenere conto di questa sfida. E quindi dell’interesse nazionale, che deve prevalere sull’interesse di parte”.

Da parte sua, la Chiesa “eserciterà – aggiunge – la sua influenza innanzitutto perché tutti, a cominciare dai più deboli, siano protetti, nella convinzione che solo insieme se ne esce. Avremo uno sguardo attento e severo circa le scelte del nuovo Governo, che dovranno rispondere all’esigenza del bene comune e non ai ‘profitti’ personali o di partito. Questo è un tempo cruciale che richiede una grande concertazione per affrontare insieme le problematiche”.

Quanto a Mario Draghi, “mi auguro – dice – che non solo l’Italia ma anche l’Europa valorizzi la sua visione, competenza e autorevolezza. In considerazione di quanto ha saputo difendere l’Europa da manovre interessate e discutibili, ingiustificate. Il suo metodo rappresenta una grande indicazione per affrontare difficoltà così gravi per tutti”.  Il cardinale Zuppi, sul calo della rappresentanza cattolica in Parlamento, osserva: “Anche i cristiani devono fare la loro parte. Nessuno ha l’esclusiva dell’amore politico. I cattolici sappiano scegliere e vivere la politica, con credibilità e coraggio, per amore e non per convenienza. È questo che conta”.

Il cardinale Zuppi, sollecitato su Meloni premier e sulle paure sollevate a sinistra, precisa di non temere il ritorno del fascismo: “Oggi il fascismo è un’altra cosa – spiega – È quello “eterno” descritto da Umberto Eco: è un insieme di dinamiche come la violenza, le forze occulte tra cui le mafie, la speculazione, l’incapacità di incontrare l’altro, la logica del più forte, l’interesse personale e di gruppo”. Intanto, è iniziato un autunno complesso: “La preoccupazione è forte, a cominciare dall’aumento della povertà e dal problema di riuscire a gestirne gli effetti. Veniamo da una situazione di debolezza e fragilità. Le dimensioni dei drammi sono cresciute – evidenzia Zuppi – Può aumentare la diseguaglianza tra chi ce la fa e chi no. Gli indicatori dell’indigenza sono angoscianti. Dobbiamo percorrere la via del pensarci insieme. E lottare contro la speculazione. Perché in mezzo a queste tragedie, c’è pure chi ci specula. E questo è sciacallaggio. C’è bisogno di istituzioni forti. E lo sono quando noi ci crediamo, perché le istituzioni siamo anche noi. Se invece di tanti ‘salva te stesso’ ci fossero tanti ‘salviamoci insieme’ lo spazio della speculazione si ridurrebbe”.

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