By Massimo Balsamo
“Ho ancora tanta paura”. Rosario Ventura non ne fa mistero. L’uomo, 44 anni, è il capotreno accoltellato da due nordafricani su un convoglio regionale in viaggio tra Genova e Busalla, all’altezza della stazione ferroviaria di Rivarolo, durante un normale controllo dei biglietti. Soccorso e trasportato in codice rosso all’ospedale Villa Scassi di Genova, Ventura è fuori pericolo ma la preoccupazione è ancora palpabile.
“C’è ancora tutta la pratica aperta, c’è ancora la denuncia in corso, mi hanno chiesto di valutare bene tutto prima di parlare” la precisazione del capotreno ai microfoni del Corriere prima di soffermarsi sulle sue condizioni fisiche: “Sto bene. Il braccio colpito non riesco ad alzarlo più e ora fa male ma è normale sentire dolore, adesso. Per fortuna non mi ha preso i tendini. Mi ha dato una pugnalata dietro e lì sono sette punti alla scapola, più nell’avambraccio quattro buchi, e ci sono voluti altri undici punti”.
Dimesso dall’ospedale con 20 punti di sutura e 14 giorni di prognosi, il capotreno ha evidenziato che è la prima volta che gli capita un’aggressione così grave, mentre ha preferito non sbilanciarsi su eventuali incroci passati con passeggeri maleducati, arroganti o violenti.“Su questo non dico niente”
ha tagliato corto: “Dico solo che vado fiero del mio lavoro e che lo faccio con tanto piacere”
. E non manca il ringraziamento all’Italia intera che ha fermato i treni per lui – “mi ha fatto tanto piacere”
– e a tutti coloro che si sono mostrati solidali dopo la violenta aggressione da parte dei due migranti.
Poche ore prima la moglie Daniela Ventura aveva affidato un messaggio ai suoi profili social, ammettendo che non avrebbe mai pensato che essere la moglie di un capotreno fosse così a tratti pieno di palpitazioni: “Vedere quella foto di lui a terra, è stato devastante per me e i miei bambini”
“Deve finire tutto ciò… Non so come, ma vorrei aspettare mio marito rientrare a casa senza più batticuore”, l’appello della donna che non ha nascosto la sua ansia per il lavoro del marito, oggi pericoloso più che mai: “E poi c’è lui che comunque ringrazia da sempre di aver trovato un ‘posto d’oro’ in questi ormai lunghi e brutti tempi precari lavorativi, che il più delle volte si alza la mattina alle 3 e, senza un lamento, si mette con orgoglio la sua divisa, non si tira indietro a fare ore di straordinario, non conosce la parola ‘mutua’, certo grazie anche alla salute che per ora ci ha aiutato abbastanza. Ma è davvero ligio al lavoro e al dovere – ha concluso Daniela Ventura – quello che è stato insegnato dal padre in polizia e quello che ho visto fare anche da mio padre”.
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