Il calendario 2021 del Duce va a ruba, e la sinistra va al manicomio

Saranno gli Anni Venti. Sarà che questo clima plumbeo, fatto di privazioni delle libertà personali e applicativi che ci spiano come l’Ovra, richiama un po’ gli stivaloni di “Nonno Benito”. Sarà che questo benedetto Paese non ha mai fatto i conti con la sua storia. E che richiamare in vita la “buonanima” (?) è un po’ una forma di reazione all’imperare del politicamente corretto. Sarà che col Duce, a cent’ anni di distanza, si fanno ancora i soldi. Ecco, probabilmente è quest’ ultima la motivazione più plausibile. Mussolini vende. Lo sa il “Premio Strega” Antonio Scurati, che è uscito da qualche mese con M.

L’uomo della provvidenza, seguito del fortunato M. Il figlio del secolo, cinquecentomila copie vendute e traduzioni in 40 paesi. Però, un attimo: se è Scurati, sincero democratico (per non dire “de sinistra”), a cavalcare l’onda emotiva della nostalgia, tutt’ apposto. Se invece esce Bruno Vespa, evocando il “De Cuius” (Perché l’Italia amò Mussolini), già i benpensanti fanno la faccia. Perché, dicono, dal saggio storico all’apologia di reato è un attimo. Se, infine, è Ferlandia, il sito di chincaglieria mussoliniana, a mettere in vendita il calendario del fascismo, apriti cielo: che scandalo! Ma sai che novità. Tutti gli anni la fascio-boutique di Predappio distribuisce il lunario di “Sua Eccellenza”.

E tutti gli anni va a ruba. Tre euro più spedizione. Pure onesto, dai, considerando che il tomo di Scurati ne costa 23. Che poi l’edizione 2021 del calendario è anche da “collezione”. Perché, in copertina, c’è un falso storico. O una cappellata. La scritta in grande «Memento Audere Semper», di Gabriele D’Annunzio, viene erroneamente attribuita a Mussolini, ritratto in uniforme fascista, in una foto seppiata, circondata da una bandiera tricolore. L’Adnkronos ha contattato Roberto Canali, il sindaco di Predappio, il quale ha provato a sbolognare il caso: «In tanti siti internet, oramai da un decennio e forse più, sono in vendita calendari celebrativi di Mussolini e altri personaggi. 

Il negozio citato vende calendari ai visitatori e ha prodotti in vendita non certo per i predappiesi, ma per chi proviene da fuori». Gad Lerner se la piglia prima di tutto con Vespa: «Non mi stupisco per il calendario, siamo nel Paese in cui il giornalista più potente pubblica un libro in cui vuole accarezzare questo falso luogo comune per il quale Mussolini ha fatto anche cose buone». Si indigna invece la comunità ebraica. «È grave che ancora non si comprenda la responsabilità del fascismo in Italia», dichiara Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, «qui serve un enorme lavoro educativo, a maggior ragione nelle istituzioni, senza il quale non si possono evitare nostalgie come questa».

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