Il calcio mondiale piange Gianluca Vialli. Uno straordinario attaccante, un motivatore per la Nazionale

E’ morto all’età di 58 anniGianluca Vialli, uno dei più grandi attaccanti del calcio italiano, da tempo ricoverato a Londra per un tumore al pancreas. Il calcio italiano non piange soltanto il capo delegazione della Nazionale: piange un grande uomo, che prima ancora era stato un grande attaccante e un apprezzato allenatore.

La scomparsa di Vialli, che arriva pochi giorni dopo quella di Sinisa Mihajlovic, lascia un vuoto incolmabile in tutta la famiglia del calcio italiano. Per ricordarlo la Federazione ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel prossimo fine settimana. “Non dimenticheremo i tuoi i gol, le tue leggendarie rovesciate, la gioia e l’emozione che hai regalato all’intera Nazione in quell’abbraccio con Mancini dopo la vittoria dell’Europeo. Ma non dimenticheremo soprattutto l’uomo. A Dio Gianluca Vialli, Re Leone in campo e nella vita”, così lo ha salutato il premier Giorgia Meloni.

Vialli rientra nella ristretta cerchia dei calciatori che hanno vinto tutte e tre le principali competizioni Uefa per club, unico fra gli attaccanti. Vincitore di numerosi trofei in campo nazionale e internazionale, è stato capocannoniere dell’Europeo Under-21 nel 1986, della Coppa Italia 1988-1989 in cui ha stabilito, con 13 reti, il record assoluto di realizzazioni in una singola edizione del torneo, della Coppa delle Coppe 1989-1990 e della Serie A 1990-1991.

Tra il 1985 e il 1992 ha totalizzato 59 presenze e 16 reti nella nazionale italiana, prendendo parte a due Mondiali (Messico 1986 e Italia 1990) e un Europeo (Germania Ovest 1988). Nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.

Dopo gli esordi alla Cremonese in Serie B nell’estate del 1984 passa alla Sampdoria. Esordisce in Serie A il successivo 16 settembre, proprio contro la sua ex squadra. Tre mesi più tardi segna il primo gol, dando i due punti alla squadra contro l’Avellino. Al termine della stagione si aggiudica la Coppa Italia, primo trofeo della storia blucerchiata, segnando al Milan nella finale di ritorno. La vittoria della coppa gli permette, nell’annata 1985-1986, di esordire nelle competizioni europee facendo registrare 4 apparizioni in Coppa delle Coppe.

Nella stagione 1986-1987 Vialli alla Sampdoria si afferma definitivamente tra i migliori attaccanti della sua generazione. Contribuisce alla conquista di altre due Coppe Italia nelle annate 1987-1988 (con un gol al Torino nella finale di andata) e 1988-1989. Nella stagione 1990-1991 arriva infine l’agognato Scudetto, il primo e fin qui unico nella storia del club ligure: l’apporto sottorete di Vialli è determinante, tant’è che il numero nove blucerchiato si laurea anche capocannoniere del campionato con 19 realizzazioni. Nel 1992 disputa invece la sua prima finale di Coppa dei Campioni, persa a Wembley 1-0 contro il Barcellona.

Al termine della stagione 1991-1992, Vialli si trasferisce alla Juventus. Nella stagione 1994-1995, Marcello Lippi  ne fa il fulcro dell’attacco bianconero, Vialli emerge invece come il leader della formazione torinese, complice la lunga lontananza dai campi in cui incappa l’infortunato Roberto Baggio; al termine dell’annata conquista il secondo Scudetto e la quarta Coppa Italia della propria carriera.

Nell’annata 1995-1996, la sua quarta e ultima in maglia bianconera, giostrando nell’ormai consolidato trio offensivo con Del Piero e Ravanelli, Vialli trascina i compagni di squadra ai trionfi in Supercoppa italiana, ultimo trofeo nazionale che ancora mancava alla bacheca juventina, e soprattutto in Champions League: proprio la vittoriosa finale di Roma contro l’Ajax è la sua ultima apparizione per il club torinese, con cui ha disputato 145 partite e segnato 53 reti.

Nella stagione 1996-1997 approda in Inghilterra, abbracciando la causa di un ambizioso Chelsea in cerca di rilancio. Nell’annata 1998-1999 arriva la vittoria da underdog in Supercoppa contro il blasonato Real Madrid nonché un ottimo rendimento in campionato, dove perde solamente tre partite. Ritiratosi dal calcio giocato al termine di questa stagione, da qui in avanti ricopre la sola carica di tecnico dei londinesi.

Dal novembre 2019 entra nei ranghi della Figc come capo delegazione della nazionale italiana, allenata dall’ex compagno Roberto Mancini. Con questo ruolo — ufficialmente da dirigente, ufficiosamente da consigliere e factotum per l’amico fraterno Mancini e per gli altri elementi del gruppo azzurro nell’estate 2021 prende parte alla vittoriosa spedizione italiana al campionato d’Europa 2020, distinguendosi come trascinatore e figura di spicco dello spogliatoio.

Tre settimane fa Vialli aveva annunciato la necessità di sospendere temporaneamente i suoi impegni con la Nazionale per “utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia”.

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