Il 2021 si chiude con un triste bilancio migratorio: 70mila persone. Meloni epocale: “Eppure Lamorgese resta al suo posto”

Il bollettino degli sbarchi del Viminale del 2021, aggiornato al 24 dicembre, registra la quota record di 65mila migranti. Un “trend” destinato ad aumentare in queste ore. Vista la media attuale degli sbarchi, la cifra sfonderà quota 70mila persone: l’equivalente di tutti gli abitanti di Pavia.

Numeri spaventosi: l’Italia ha visto incrementare del 600 per cento il numero di migranti sbarcati sulle nostre coste in appena due anni. Da quando il prefetto Luciana Lamorgese è arrivata sulla poltrona del Viminale. Arrivata in sostituzione di Matteo Salvini come esempio di “sobrietà” perché priva di account social, non ha prodotto grandi risultati nel profilo della lotta all’immigrazione.

«Sbarchi fuori controllo e ricollocamenti nell’Ue assenti. Ecco il risultato delle politiche immigrazioniste del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.Eppure è ancora al suo posto»: così su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni registra la drammatica situazione.

Al 24 dicembre, registra La Verità,«gli scafisti sono riusciti a far sbarcare in Italia 64.632 immigrati. Quasi il doppio rispetto al 2020 (34.104) e quasi sei volte tanto quelli arrivati nel 2019 (11.439), anno in cui Luciana Lamorgese ha ereditato la guida del Viminale da Matteo Salvini a settembre, mese dal quale gli sbarchi sono accelerati».

L’effetto Lamorgese produce anche più morti in mare. Inevitabilmente, dato che il segnale è che l’Italia accolga tutti. Senza filtri né controlli. Così Nicola Molteni, sottosegretario leghista all’Interno, mette in evidenza al quotidiano di Belpietro tutte le criticità legate ai flussi migratori che hanno caratterizzato il 2021. «La tragica conta di morti e dispersi in mare è arrivata a quota 1.500, il dato più alto degli ultimi anni. Le Ong sono tornate a farla da padrone nel Mediterraneo. I tunisini, che sono in testa nella classifica degli sbarchi sulle nostre coste, non scappano da guerre o da persecuzioni. E i rimpatri sono solo 3.500, meno dell’anno scorso e la metà rispetto a quelli del 2019. Un’altra stagione come questa davvero non possiamo permettercela». E che la disamina arriva da chi al Viminale opera ogni giorno, rende la situazione ancora più disarmante.

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